Torino, Juric tra campo e Superga: "Più di così non si poteva. Oggi si capisce la storia"
Il Toro se la gioca con un’altra big del campionato, la sorpresa Bologna arrivata ad un passo dalla Champions, ma resta sempre la sensazione dei rimpianti. E il problema è sempre lo stesso, ormai da mesi: i granata sono da Europa per solidità e compattezza difensiva, così come meriterebbero la retrocessione per i numeri dell’attacco. Lo 0-0 è lo specchio della stagione, tra la bravura nell’annullare una formazione pericolosa come quella rossoblu e la pochezza offensiva tra mancanza di qualità e poca cattiveria. Per Juric, però, questo Toro non avrebbe potuto fare di più: “Secondo me siamo arrivati al massimo, non potevamo stare più in alto in classifica - l’analisi dell’allenatore nel post-partita - e ci sono mancati aspetti tecnici, non lo spirito o la tattica”. E sulla prestazione: “E' stata eccellente, abbiamo concesso un tiro in porta a una squadra che in alte gare ha rischiato di fare sette o otto gol - aggiunge il croato - ma è stata una delle migliori partite stagionali: siamo stati favolosi, tutti stringono i denti e Vlasic ne è l’esempio che si è arreso dopo diversi mesi con la pubalgia”.
Ora l’attesa è tutta per Superga e la commemorazione del Grande Torino: “Con Belotti mi sono venute le lacrime, l’anno scorso invece non sono riuscito ad arrivare alla lapide perché c’era troppa confusione - conclude Juric - e va organizzata meglio: tutti i giocatori devono sentire quel silenzio e quelle emozioni che ti rimangono dentro per tutta la vita, così si capiscono la storia e la grandezza del club”. L’appuntamento è sul colle, con la squadra che parteciperà al gran completo prima alla messa in basilica officiata da don Robella e poi si sposterà nel luogo della tragedia. In mattinata, invece, i riflettori saranno tutti sul Robaldo: la futura casa delle giovanili granata comincia ad intravedere la luce, oggi verrà inaugurato il primo campo che ospiterà i piccoli del Toro. La speranza è che sia un vero e proprio segno di rinascita, anche perché un’altra stagione sta scivolando via con ben poche soddisfazioni.