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Togli la tuta, metti la giacca: da Maifredi a Motta, il 'giochismo' non attacca alla Juventus

Togli la tuta, metti la giacca: da Maifredi a Motta, il 'giochismo' non attacca alla JuventusTUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
Oggi alle 15:45Serie A
di Dimitri Conti

Serata da dimenticare per la Juventus, pesantemente battuta a domicilio con un pesante 0-4 dall'Atalanta, un crollo che toglie i bianconeri dalla corsa Scudetto per le ultime 10 giornate di Serie A e allo stesso tempo apre severi interrogativi sul presente e sul futuro dell'allenatore Thiago Motta, ponendo una questione di fondo che nel recente passto della Signora trova altri appigli: il 'giochismo' alla Juventus non attacca.

Togli la tuta, metti la giacca: non sempre in casa Juventus questo passaggio è stato così scontato. Anzi, si potrebbe più facilmente sostenere il contrario. Dal primo grande esempio Gigi Maifredi, che con Thiago Motta ha sinistramente in comune l'aver fatto bene a Bologna prima di buttarsi nel mondo Juve (e uscirne con le ossa rotte), passando a Luigi Delneri, che con il suo 4-4-2 aveva per arrivare infine ad Andrea Pirlo, non sempre le premesse della carta hanno poi un riscontro reale.

Un capitolo a parte, sul tema, lo merita invece Maurizio Sarri. La sua avventura alla Juventus è durata un solo anno, nel quale ha dovuto rinunciare praticamente sin dall'inizio al suo credo, come ammesso da lui stesso nelle interviste successive a quel periodo. Probabilmente proprio per questo, alla fine ha raggiunto lo Scudetto. Si fosse impuntato sul credo, forse, il finale sarebbe anche potuto essere diverso e meno felice, proprio come i vari 'giochisti' passati dalla Juventus prima e dopo di lui. Potrebbe non essere un caso neppure che i più celebrati e titolati tecnici nella storia bianconera siano 'risultatisti' di ferro come Trapattoni, Lippi, Conte e Allegri.

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