TMW RADIO - Ds Watford: "Che gioia la Premier League. Superlega? Non era il momento"
Cristiano Giaretta, ds del Watford fresco di promozione in Premier League, ha parlato in diretta a TMW Radio, nel corso della trasmissione Stadio Aperto con Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini: "Siamo molto contenti, la stagione non è stata intensa, di più: in 32 settimane abbiamo dovuto giocare 47 partite, e quelle di Championship sono state tutte tirate, perché nessuno ti regala niente. Anche l'altro giorno col Milwall abbiamo dovuto soffrire, nonostante non avessero più nulla da chiedere alla classifica. Qua però la mentalità è così. La soddisfazione è aver chiuso i giochi con due giornate d'anticipo, tornando subito in Premier League: siamo arrivati al traguardo".
Munoz proseguirà in Premier League?
"Ha fatto un grandissimo lavoro, ma noi crediamo nel gruppo. L'allenatore attorno ha risorse altamente professionali e numerose: a un certo momento eravamo fuori dai playoff, poi però abbiamo recuperato il terreno. Siamo soddisfatti, penso proprio proseguiremo con lui".
Cosa c'è di particolare nel Championship?
"Gli incassi dei diritti tv danno aria al mercato e le squadre sono tutte molto attrezzate a livello di strutture, oltre ad avere soldi per costruire le squadre. Per vincere la Championship devi concentrarti su ogni singola gara e giorno d'allenamento. Nel nostro campionato c'erano squadre che hanno vinto anche la Premier come Nottingham Forest, Derby e Blackburn".
Pereyra, Pussetto e Deulofeu torneranno alla base inglese?
"Ancora sono discorsi prematuri, intanto dovranno lottare fino all'ultimo secondo dell'ultima partita. C'è sinergia tra i club, questo è normale, ma ancora non abbiamo pensato a certe situazioni. Come Watford siamo già sul mercato, andremo ad aggiungere qualcosa ad una rosa già competitiva: per una categoria come la Premier serve qualcosa in più".
Che campionato ha giocato Ismaila Sarr?
"Si è confermato e ci ha confermato di essere su un livello importante, potrebbe giocare fin da subito in un top club. Come attaccante esterno è completo, anche fisicamente, e ha un buonissimo piede".
Il mix giovani-esperti di più nazionalità è stata la ricetta vincente?
"Abbiamo guardato ai valori tecnici e allo spessore umano di ciascun giocatore, cercando giocatori che fossero adatti al progetto tecnico. Il mix tra esperti e giovani può essere sicuramente una ricetta, vogliamo proseguire sulla strada dei Sarr e degli Joao Pedro, che siano mediamente giovani e abbiano talento".
Che stagione ha vissuto Ken Sema?
"All'Udinese ha iniziato un processo di maturazione, qui è esploso definitivamente per sviluppo tecnico. Abbiamo in mano un giocatore consolidato, che ci darà mano anche in Premier League: il passaggio di Udine è stato fondamentale".
Quanto aiuta avere strutture di livello?
"Io dico che è una delle chiavi: avere il supporto delle strutture serve se vuoi lavorare sui giocatori. Intanto hai uno staff preparato che li allena, e poi per i giocatori stessi è stimolante. Da questo punto di vista siamo sicuramente un club di Premier League, non invidiamo niente a nessuno e i giocatori vengono volentieri pure per questo. Siamo in ulteriore espansione, il processo è iniziato nel 2012 quando Pozzo ha comprato il club, con il training ground che è in continua espansione".
La presenza dei Pozzo dà qualcosa in più?
"Idee e progetti fanno la differenza, ci vogliono investimenti anche sulle strutture e non solo sui giocatori. Abbiamo visto a Udine cosa stanno facendo, anche qui al Watford stiamo cercando di consolidare un livello piuttosto alto. Non scordiamoci che la società è nata nel 1881 e al massimo livello nel campionato hanno giocato tredici volte, di cui cinque con loro".
Aspettate i tifosi?
"C'è voglia da parte di tutti di riaverli allo stadio, sarebbe un segnale di speranza. Qui è stato stabilito che dal 17 maggio gli stadi riapriranno, e sarà bello rivedere la gente rientrare negli stadi".
Si può parlare di pericolo scampato per la Superlega?
"Poteva essere tale, e quantomeno è stato rimandato. Andava preparato diversamente, coinvolgendo più parti. Il pensiero di tutti è come risollevare i club, anche quelli top, ma non mi sembra quello della Superlega il metodo più opportuno. Soprattutto non dobbiamo perdere la passione dei tifosi: un calcio troppo matematico non va bene. Vanno lasciate più emozioni al tifoso, non era il momento adatto per la Superlega".