TMW - Il campionato cinese riparte con le bolle anti Covid: fra Guangzhou e Suzu
È prevista per il 20 aprile la ripartenza della Chinese Super League, il massimo campionato cinese, che non vedrà ai nastri di partenza lo Jiangsu Suning dopo l'addio della proprietà che attualmente detiene la quota maggioritaria dell'Inter. Martedì quindi incomincia il torneo che vedrà, come un anno fa, una sorta di bolla anti-Covid quasi permanente, nonostante in Cina non ci sia più un caso da settimane.
CHIUSURE PROVINCE E REGIONI - In Cina ogni volta che c'è un solo caso si pratica un lockdown forzato e totale. La provincia viene chiusa, qualche volta anche la regione. Questo per evitare focolai. La tecnica del soffocamento del virus sta portando discreti risultati, visto che è praticamente tutto aperto, anche se le frontiere sono chiuse e le quarantene per chi viaggia (poche persone) sono praticamente d'obbligo. Cinema, discoteche, teatri, non c'è niente che si è fermato dalla riapertura.
BOLLA PER LE SQUADRE - La contraddizione in termini è quella di una Cina totalmente aperta, mentre i calciatori sono in bolla pressoché costante. E saranno dei periodi di tempo intervallati da qualche stop. Così il campionato cinese verrà giocato per un mese in bolla, poi un altro mese di stop per le Nazionali. Due altri periodi da un mese e mezzo di bolla, con altre due pause da un mese. Infine il rush finale che durerà un mese per concludere il campionato. Così i giocatori difficilmente potranno contrarre il virus.
DUE LOCATION - Se l'anno scorso il campionato era organizzato all'interno del centro sportivo del Dalian, l'ex squadra di Hamsik, stavolta la città designata è quella di Guangzhou, dove ci sono tre stadi: uno Olimpico, uno per l'Evergrande, l'altro per il R&F. Qui ci sono otto club, gli altri otto saranno a Suzu (già scelta nella passata stagione). A Guangzhou ci saranno otto squadre all'interno di un hotel dove non potrà entrare nessuno (né uscire, chiaramente) mentre per l'allenamento i giocatori prenderanno un pullman e verranno scortati dalla polizia e da referenti sempre rimasti nella bolla.
QUALCUNO ALLO STADIO - Incredibilmente, verrebbe da dire, se i giocatori e i dirigenti saranno in bolla, non si potrà dire lo stesso per i partecipanti. Gli impianti saranno aperti al pubblico. Questo a ulteriore riprova che in Cina il virus è un ricordo lontano, ma anche che il calcio è una forza dirompente: qualsiasi notizia legata ai club potrebbe avere un riverbero infinito fuori dal paese, probabilmente facendo fare brutta figura a chi sostiene di essere oramai Covid free e di avere sconfitto (o soffocato) la pandemia.