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Scommesse, tema stadi e il gap con gli altri paesi. Parla il ministro dello Sport, Andrea Abodi

Scommesse, tema stadi e il gap con gli altri paesi. Parla il ministro dello Sport, Andrea AbodiTUTTO mercato WEB
giovedì 17 aprile 2025, 13:42Serie A
di Tommaso Bonan

Il ministro dello Sport, Andrea Abodi, è stato il protagonista del nuovo episodio di Goal Economy, con Marco Bellinazzo, ai microfoni di RadioTV Serie A. Tanti i temi toccati, fra i quali quello sempre attuale delle scommesse: "Lo sport insegna tante cose, a stare insieme, a rispettarsi, a rispettare sé stessi. Cerchiamo sempre di promuovere questa prospettiva. È un po' quello che recita la Costituzione, quel valore educativo, sociale e di promozione del benessere. Questo a condizione che anche i protagonisti se ne facciano carico. Sono inadempiente perché un anno e mezzo fa di fronte ad accadimenti per certi versi collegati proposi tra me e me l'elaborazione della Carta dei doveri perché ritengo che i diritti siano molto chiari e ribaditi e tutelati oltre che rappresentati dai sindacati, i doveri un po' meno. Non ho sentito una parola sul problema da parte dell'AIC. Dobbiamo avere un approccio all'educazione, alla formazione e all'informazione sistematico. Sono problemi che sembrano scomparire, pensando che quando non emerge niente tutto vada bene, ma non è così".

Il tema stadi.
"L'interazione tra le attività affidate ad un commissario, peraltro, nell'ipotesi di una proposta di norma che prevede il subcommissariamento con i sindaci. Non vogliamo intervenire a piedi uniti in realtà che sono territoriali ma vogliamo fornire strumenti e procedure semplificate e accelerate che puntino all'obiettivo dell'equa competizione che passa anche attraverso lo sviluppo di infrastrutture che mettano tutti nelle stesse condizioni, poi la differenza la fanno i giocatori in campo. E comunque anche l'intraprendenza dei club, la determinazione con la quale si perseguono gli obiettivi infrastrutturali. Il calcio in Italia è determinato dal campionato, le coppe e il mercato, salvo rare eccezioni. Il tema infrastrutturale viene affrontato ma di fronte all'alibi della burocrazia ci si arrende, perché se la domenica si perde durante la settimana non si parla dello stadio. Lo capisco per certi versi, ma noi abbiamo fatto un salto di qualità. Da un lato il commissario, il decreto sport che mi auguro possa essere presentato a breve contiene anche la configurazione della struttura commissariale, con tutto ciò che ne consegue in termini di poteri che non prevaricano ma usano le migliori pratiche commissariali per accelerare il processo. Questo per rispondere ad una esigenza che è quella del 2032, che è anticipata al 2026 per la definizione dei cinque stadi italiani, l'UEFA ha stabilito queste tempistiche. Aprile-maggio 2027 per l'apertura dei vari cantieri, il tempo non è molto. È una competizione, ognuno deve dimostrare di volere veramente procedere.

Si andrà oltre le cinque città, il principale motivo per quanto mi riguarda è di sistema, di miglioramento del capitale infrastrutturale. Tutte le esperienze passate mi hanno consentito non solo di maturare delle convinzioni, ma anche di diventare un po' refrattario agli annunci, e adesso si tratta di procedere.

Sono convinto che attraverso le strutture commissariali, utilizzando anche la volontà dei club e delle amministrazioni che in alcuni casi sono andate avanti e con il portafoglio di opportunità finanziarie attuali noi potremo aprire a cavallo della fine di quest'anno e del prossimo altri due cantieri oltre a quello di Firenze che è un cantiere parziale. Bologna e Cagliari sono altri due progetti pronti, come Empoli e Parma. Cominciamo a vedere una progettualità che si allarga, che non è solo uno splendido esempio come successo a Torino, Udine e Bergamo. Sul portafoglio finanziario stiamo configurando con il MEF una serie di prodotti che vanno dal fondo equity, al fondo immobiliare, alle garanzie combinate tra credito sportivo SACE, al contributo in conto interessi, altro fondo speciale affidato al credito sportivo, ad una negoziazione sul mercato europeo di provvista finanziaria a condizioni agevolate fino a procedure semplificate che andranno dentro la struttura commissariale anche per l'eventuale alienazione del bene".

Il gap con gli altri paesi.
"Riusciamo a raggiungere risultati straordinari nonostante alcune carenze, questo per il valore degli atleti, per la capacità dei maestri e degli istruttori e allenatori. Il sostegno delle famiglie è importante, il sostegno delle associazioni e delle società affiliate alle federazioni, è una filiera. Vinciamo ma non convinciamo tutti, la sedentarietà è ancora un fenomeno diffuso, e produce un costo economico e sociale rilevante. Alzarsi dal divano, anche metaforicamente, non è semplicissimo.

Questo governo, senza nulla togliere a chi ha lavorato prima di me, ha una visione più ampia. Sta cercando di perseguire obiettivi che sono costituzionali, è la prima volta che si capisce la relazione che c'è tra una norma costituzionale e l'attuazione del programma. Se la Repubblica davvero riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell'attività sportiva in tutte le sue forme e riesce a declinarlo sta semplicemente facendo quello che dovrebbe fare ogni governo e ogni cittadino nell'attuazione della Costituzione. Anche ogni singolo cittadino può dare il suo contributo.

Stiamo mettendo in piedi in un equilibrio secondo me più sano la componente sociale dello sport con lo sport competitivo dove vinciamo. Ma è insopportabile la distanza che c'era tra la capacità di vincere e quella di non diffondere il messaggio sportivo e i suoi valori. Lo sport davvero è una difesa immunitaria sia sociale che individuale. Quello che abbiamo fatto a Caivano, quello che stiamo facendo con progetti di area riguardanti Roma, Milano, Napoli, Foggia, Palermo, Reggio Calabria e Catania. Quello che stiamo facendo con il ministro Piantedosi con un altro livello di intervento integrato con i fondi di sviluppo e coesione per interventi meno articolati ma più diffusi nei luoghi del disagio periferico. I 1250 playground che abbiamo realizzato in un anno e mezzo nei comuni del sud sotto i 10.000 abitanti. "Sport e periferie" è nato nel 2017 e gli stiamo dando continuità. Tutto ciò si integra con l'attività delle singole regioni con le quali collaboriamo in modo strutturato per mettere in relazione la materia concorrente tra il governo centrale e quello delle regioni co-titolari del tema. Prima ci ignoravamo, o addirittura confliggevamo, mentre adesso concorriamo nel senso buono del termine.

I Giochi della gioventù non sono altro che l'espressione di questa progettualità che si fa sistemica dentro le scuole dove ancora c'è una distanza significativa rispetto alla nostra idea, è lì che si consacra per tutti l'offerta sportiva. Dobbiamo migliorare le palestre, il ministro Valditara ha trovato risorse per una cifra doppia rispetto al PNRR e sta facendo un'operazione territoriale proprio partendo dal sud per cercare di ridurre le distanze. Insieme stiamo cercando di trovare le risorse per i primi tre anni delle elementari che non fanno educazione motoria con personale qualificato. Stiamo cercando di stabilizzare nell'arco del mandato la quarta e la quinta elementare. Mettiamo risorse a disposizione di Sport e salute per un progetto che si chiama Scuola attiva Kids e Junior che prevede il tutoraggio degli insegnanti con personale qualificato sportivo. Stiamo lavorando con il ministro Bernini per qualificare in modo più orientato alla psicomotricità i corsi di laurea di scienze motorie che si stanno sbilanciando sulla parte medico-scientifica.

I giochi della gioventù non li facciamo io con il ministro Valditara, ma collaboriamo con il ministro Locatelli per la parte di cultura paralimpica, con il ministro Schillaci per la salute, con il ministro Fratin per il tema del rapporto con l'ambiente e con il ministro Lollobrigida per la parte di alimentazione. I giochi sportivi che diventano un percorso civico. Adesso si aggiunge il ministro Giuli perché il mondo delle arti sarà alleato di quello dello sport.

Studiamo i numeri, cerchiamo di capire attraverso un'interpretazione oggettiva dei fenomeni sia economici che sociali che di benessere come possiamo orientare gli investimenti per elaborare un modello italiano che punti a continuare a vincere ma soprattutto a contrastare quei fenomeni di degenerazione di cui ci accorgiamo quando diventano cronaca nera".

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