Non è tempo di guardare i risultati né di dare giudizi. Ma una cosa è chiara post Milan-Barcellona: c'è molto da oliare
Il Milan, dopo aver perso per 3-2 contro il Real Madrid e ai rigori (2-2 nei 90 minuti) contro la Juventus, viene sconfitto anche nella terza e ultima amichevole in terra americana dal Barcellona, vittorioso per 0-1 a Las Vegas grazie alla perla di Ansu Fati al 55esimo.
Il risultato è, comunque, ciò che conta di meno e serve solo per i tabellini: da queste amichevoli si possono trarre prime indicazioni utili alla nuova stagione e, dunque, nonostante il punteggio negativo, qualcosa si può tirar fuori anche dal match di stanotte.
La partita
Contro Xavi, Pioli ha confermato la formazione che sarà presumibilmente titolare a Bologna, con il solo Florenzi al posto dell'affaticato Calabria; per il resto 4-3-3 ormai definito, con Pulisic a destra, Reijnders e Loftus-Cheek mezzali con Krunic da mediano.
Dopo i primi 10 minuti di solo Barcellona, è il Milan a farsi vedere con un paio di nuovi marchi di fabbrica (inserimenti di Loftus-Cheek e di Reijnders) e con quelli vecchi (sgasate di Leao); la partita resta sostanzialmente equilibrata, anche se la sensazione generale è che i blaugrana siano più vicini al gol di quanto non lo sia il Milan. Ed infatti la rete arriva: al 55esimo Ansu Fati riceve da sinistra, rientra sul destro con Florenzi piantato e palla all'incrocio imparabile. Ed infatti la rete arriva: al 55esimo Ansu Fati riceve da sinistra, rientra sul destro con Florenzi piantato e palla all'incrocio imparabile. Assieme ai cambi, arrivano anche diverse occasioni da una parte e dell'altra, con i rossoneri che hanno due clamorose occasioni per pareggiare non sfruttate a dovere: su una di queste è Reijnders a sprecare da posizione favorevolissima su assist di Leao. Il Barcellona può chiuderla in contropiede, ma il punteggio non cambia: è 0-1 con tante cose da registrare soprattutto nel Milan, che è apparso al momento inferiore nel complesso ai blaugrana tecnicamente e fisicamente (in Spagna la Liga comincerà una settimana prima).
Il commento
La prestazione del Milan è stata tutto sommato discreta. Si sono riviste tutte le nuove soluzioni tattiche che si sta cercando di adottare: gli inserimenti delle mezzali (sostanziosa, ma ancora poco qualitativa, la prestazione di Loftus-Cheek, mentre elegantissima, nonostante servisse qualche picco di concretezza in più, quella di Reijnders), il terzino destro che si accentra in fase di possesso e il passaggio al 4-2-3-1 in fase di non possesso per portare pressione alta e compattezza dietro.
È vero che, per far sì che tutto ciò riesca al meglio, c'è bisogno di una condizione fisica e atletica che, per forza di cose, ora non c'è, ma è altrettanto vero che la sensazione generale è che ci sia ancora tanto da oliare, soprattutto quando c'è da costruire dal basso contro una squadra schierata, perché, come già negli altri anni, a campo aperto il Milan sa essere devastante, ma contro avversari chiusi la fatica raddoppia. Krunic, nel ruolo di mediano, appare un po' troppo lento e imballato, mentre dietro non mancano (quasi) mai le disattenzioni che possono costare caro. Davanti Leao è sempre il faro, mentre Giroud non si è mai visto e Pulisic non è mai stato isolato: Florenzi non si è mai sovrapposto (su indicazione di Pioli) e lui non è riuscito a mostrare le due doti, anche se, a primo impatto, sembra che debba ancora abituarsi a puntare da destra. Da segnalare il non ingresso di De Ketelaere e Adli.
Ci sarà tempo e modo, tornando in Italia, per sistemare tutto. Non è tempo di guardare i risultati, figuriamoci di esprimere giudizi.