Napoli, Conte inedito dopo l'Inter: perché ora è il primo a credere nello Scudetto
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"Mancano undici partite e se vogliamo, possiamo". Ed ancora: "Dipende da noi". Un Antonio Conte inedito dopo il pareggio interno contro l'Inter nell'ultimo scontro-diretto del campionato. Per il tecnico del Napoli, che fino a qualche settimana fa parlava di obiettivo Europa - anche Europa League e Conference, nello specifico pur di scacciare la pressione - ora invece il momento di spingere la sua squadra, dando fiducia ed auto-stima: "Tutti avremmo firmato per trovarci in questa posizione ed ai ragazzi l'ho detto molto chiaramente, mancano 11 partite e abbiamo dimostrato nonostante tante difficoltà di tenere testa ad una squadra top come l'Inter e siamo stati anche migliori di loro. Ci deve dare tanta fiducia e ci deve far capire che dipende da noi. Siamo andati a guardare l'Inter negli occhi, dentro la loro area pressando alti, accettando l'uno contro uno dietro con 50 metri dietro al portiere. Questo ci deve far capire e ci deve responsabilizzare sapendo che se vogliamo, possiamo", le parole di Antonio Conte nel momento cruciale del campionato, senza più nascondersi, anche perché sono tanti i fattori che ora gli fanno credere realmente che l'impresa è possibile.
La prestazione e l'entusiasmo
Si parte banalmente dal ritorno ad una prestazione d'alto livello, dopo un mesetto di flessione. Il punto lascia tutto invariato, ma dà al Napoli enorme fiducia aver messo sotto l'Inter per gran parte del match, sfiorando persino il colpaccio al 95'. La squadra di Antonio Conte ha chiuso con 1.95 di xG contro 0.32, 62% possesso, 19 tiri a 6 (4 a 1 nello specchio) e 12 angoli a 3. Non male per una squadra che aveva raccolto solo tre punti nelle ultime quattro gare e veniva da secondi tempi di grande sofferenza. E l'abbraccio col Maradona può invertire il trend anche dal punto di vista mentale, della fiducia e dell'entusiasmo.
Più rotazioni
Il Napoli nelle difficoltà, nonostante il timore di Conte nel ricorrere fino a questo momento alle rotazioni, ha allargato la rosa: ha scoperto prima la fisicità e gli inserimenti di Billing e poi (riscoperto) l'intensità e le geometrie di Gilmour anche in coppia con Lobotka. Ed il doppio play tornerà utile anche col ritorno di Anguissa per costruire meglio da dietro contro squadre da pressing alto. In precedenza aveva già ottenuto buone prove da Juan Jesus, in sostituzione di Buongiorno, ed anche Raspadori sarà un'arma realmente in più quando rientrerà Neres.
Gli infortuni
Tutto invariato, ma una settimana in più per riportare in condizione i giocatori reduci da infortunio ed in meno nel recupero di quelli in infermeria. Mathias Olivera è entrato nel finale di partita, avrà un'ulteriore settimana tipo di allenamenti e potrà tornare con la Fiorentina (probabilmente anche nel 4-3-3) senza rischi, come Mazzocchi. Servirà ancora tempo per Anguissa ma per David Neres invece il recupero si avvicina: il brasiliano questa settimana potrebbe già avvicinare il rientro anche se punta ad esserci contro il Venezia.
Il calendario
Difficile ragionare a lungo termine, ma nel giochino del confronto del cammino per gli azzurri c'è sicuramente quello sulla carta più agevole. Nelle prossime quattro si decide molto, se non tutto: Fiorentina e Milan al Maradona, intervallate dal Venezia, poi la trasferta di Bologna ed infine sette medio-piccole di fila per concludere la stagione, proprio nella fase in cui i nerazzurri avranno semifinali di Coppa Italia e probabilmente i quarti di Champions League e forse altro. Insomma, se il Napoli resta in scia per qualche altro turno, poi in linea teorica sarebbe favorito.
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