Milan, Walker: "Ho scelto il 32 per Beckham. Gli ho chiesto il permesso di indossarlo"
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Nel corso della sua intervista a GQ il neo difensore del Milan Kyle Walker ha parlato anche della scelta del numero di maglia, il 32:
Sul Milan: "Sono stato accolto benissimo sotto tutti i punti di vista, e da parte mia credo che il Milan si stia muovendo nella direzione giusta. Poi c’è l’atmosfera di San Siro, che è davvero fantastica. L’ho sentita addosso soprattutto nel derby, purtroppo l’Inter ha pareggiato negli ultimi minuti ma per me è stato molto emozionante giocare subito una partita così importante".
Sulla scelta di andare al Milan: "Per me il Milan è una nuova sfida. Avevo bisogno di una scintilla, di riaccendere l'amore che ho per il calcio. Attenzione, non sto dicendo che avevo perso l’amore per il gioco. Ma dentro di me, ecco, sentivo il bisogno di costruirmi una nuova vita, di avere nuovi stimoli, nuovi avversari contro cui giocare. Poi è bello mettersi alla prova in un contesto completamente diverso. In Italia, com'è giusto che sia, il gioco si vive in maniera differente rispetto a quanto avviene in Inghilterra, ma anche in Spagna, in Francia, in Germania. Qui c’è grande attenzione ai difensori e alla fase difensiva, i tifosi apprezzano i calciatori creativi ma anche quelli che riescono a fermare gli avversari. Una semplice vittoria per 1-0 può andar bene, per loro si può cominciare a costruire da lì. E in fondo hanno ragione, i tre punti in classifica sono la cosa di cui un giocatore e una squadra hanno più bisogno in assoluto".
Su Milano: "Ovviamente sono qui per giocare a calcio, ma so che a Milano c’è anche molto altro. Tra poco ci sarà la settimana della moda e per me sarebbe un’esperienza fantastica poter assistere a quello che avviene in città".
Sul numero 32: "Beckham mi ha mandato un messaggio quando sono arrivato al Milan, io gli ho risposto chiedendogli se non gli dispiaceva che io prendessi il numero di maglia (il 32, ndr) che ha indossato al Milan. Lui mi ha risposto: 'Ma certo, per me è un onore, portalo con orgoglio'. Per me è stato importante, parliamo di un uomo che ha cambiato il calcio, che l’ha reso ciò che è oggi".
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