Massimo Giletti: "Caso scommesse arma di distrazione di massa. Juve colpita perché vinceva"

Massimo Giletti, giornalista e conduttore, noto tifoso della Juventus, si è detto soddisfatto di Igor Tudor in un'intervista rilasciata a TuttoJuve.com: "Sono stato uno dei primi a dire che Motta andava sostituito, non era più tollerabile avere come allenatore un uomo arrogante che non vedeva dove stava portando la squadra. La Juve era ormai allo sbando più totale. Lo avevo già stigmatizzato prima dell'ignobile sconfitta con le riserve dell'Empoli, ma mentre Locatelli chiedeva scusa lui invece diceva che non avrebbe cambiato nulla al termine della sconfitta con il Psv. Assurdo. Ora alla guida c'è una persona umile con il Dna juventino, ci vuole tempo ma i segnali sono evidenti. Mi preoccupano i passaggi a vuoto vissuti con il Lecce, ho avuto un po' di ansia. I tanti sostituti sono entrati tanto per fare una passeggiata, quando i cambi non rendono è preoccupante".
Confermerebbe Tudor in caso di 4° posto?
"Non vedo perché non dovrebbe esser riconfermato, soprattutto se dovesse riuscire a gestire questo finale che non sarà facile. Ieri ho visto la partita del Parma a Firenze e non sarà semplice, perché ho visto una squadra molto aggressiva e ben messa in campo. Il 21 sarà uno scontro duro".
Che ne pensa delle voci uscite sui giornali su Perin e McKennie?
"È il vuoto cosmico, perché nessuno parla di quanto succede nelle curve di Inter e Milan. I grandi giornali non scrivono nulla, in tv solo io sto facendo capire che dietro queste curve c'era un accordo ben forte tra ndrangheta e sistema calcio che gestisce le squadre. Si stanno occupando di una cosa accaduta due anni fa, già tra l'altro ampiamente sondata e dove gli unici colpevoli erano Fagioli e Tonali, e questo riempire i giornali non è altro che un'arma di distrazione di massa. Sostanzialmente non c'è nulla, qui sembra che nessuno scommettesse sulle proprie partite di calcio e le proprie ammonizioni. E' un calderone che serve ad alimentare caos, ma non porterà a nulla".
Più concreta l'inchiesta delle curve.
"È veramente incredibile l'attenzione con cui le procure hanno seguito tutte le attività strane intorno alla Juventus, non esiste invece su altri settori. Lazio e Roma sono due squadre le cui curve sono legate in maniera molto precisa alla criminalità organizzata, i cui nomi sono di alto livello. I fari si sono accesi su Milan e Inter poiché c'è stato l'omicidio di un pezzo da novanta della ndrangheta calabrese, ma ricordo che c'era stato un tentato omicidio poco tempo prima e due anni prima avvenne l'eliminazione fisica di Vittorio Boiocchi che era a capo degli ultras dell'Inter e nessuno ha mai portato avanti delle indagini vere. Noi continueremo anche questa sera allo 'Stato delle Cose' a parlare di quanto succede".
Il tifoso si chiede perché c'è sempre un attenzione particolare per la Juventus?
"Perché la Juventus vinceva da nove anni di fila lo scudetto, quindi andava colpita e sanzionata. Continuo a ricordare agli interisti il sistema Inter, dove si sono portati a casa uno scudetto di cartone di cui dovrebbero vergognarsi. La moralità non va mai in prescrizione. Ma come disse il procuratore Palazzi, i reati commessi dai nerazzurri nel 2006 erano peggiori di quelli della Juventus, peccato solo che si erano dimenticati di verificare le intercettazioni che li riguardavano. Che casualità. Le domande sono: i poteri forte come la Telecom erano tutti in mano all'Inter? Tronchetti Provera che ruolo aveva? E Guido Rossi? Il potere, allora come oggi, deve colpire chi è forte di suo. Ricorda un po' come succede in politica: se non li abbatti con il sistema elettorale, trovi un altro modo per farlo".
Qualcuno la accuserà di essere di parte.
"Gli errori e i reati sono stati commessi anche dalla mia società, ma è vergognoso che tutti erano a conoscenza delle intercettazioni dell'Inter e nessuno le ha mai portate avanti. Troppo comodo lasciarle cadere in prescrizione. Questo fa capire che c'era in atto una strategia, non ci possono raccontare che sono state dimenticate nei cassetti. Noi in B, così come ci doveva andare anche l'Inter. E poi ne riparliamo, visto che non si sarebbe costruita una squadra così forte e Ibrahimovic non sarebbe mai andato in nerazzurro. Sarebbero state altre storie da raccontare".
