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Le pagelle della Juve - Di Gregorio unico santo nell'inferno bianconero. Vlahovic da Paperissima

Le pagelle della Juve - Di Gregorio unico santo nell'inferno bianconero. Vlahovic da PaperissimaTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
ieri alle 22:45Serie A
di Giacomo Iacobellis

Risultato finale: Juventus-Atalanta 0-4

Di Gregorio 6 - Intuisce il lato della conclusione dal dischetto di Retegui, ma non riesce ad arrivarci. Poi sale in cattedra e tiene a galla la Juve una-due-tre-quattro-cinque volte. C'è tanto da riflettere se il tuo portiere prende la sufficienza nonostante lo 0-4 finale.

Weah 5 - Zappacosta su quella fascia lo asfalta come e quando vuole. Sembra impossibile per il figlio d'arte bianconero contenere le avanzate del diretto avversario, non a caso protagonista nelle principali palle gol della Dea del primo tempo (Dal 54' Alberto Costa 5 - Il risultato non cambia neanche con l'ingresso in campo del portoghese, anzi nella ripresa Zappacosta riesce finalmente a segnare).

Gatti 5,5 - La sua insufficienza è lieve perché, oltre a essere come sempre l'ultimo a mollare, salva il risultato con almeno due interventi provvidenziali. Lo Stadium la pensa evidentemente come noi, visto che è l'unico bianconero a non essere fischiato al momento del cambio per qualche acciacco fisico (Dal 54' Kalulu 5 - Dapprima sembra portare energia e razionalità, risolvendo un paio di situazioni complicate, poi la Dea dilaga e neanche lui ci capisce più niente).

Kelly 4,5 - Tante incertezze per il centrale inglese, il cui errore individuale dà il la all'azione che porta al 2-0 dell'Atalanta proprio in apertura di ripresa. Proprio nel momento in cui la Juve era chiamata a reagire. Tra i peggiori in campo.

Cambiaso 5 - Bellanova, Cuadrado e poi Brescianini ne annullano il peso offensivo, costringendolo a meri compiti difensivi. Dell'esterno ambito dal Manchester City di Pep Guardiola, appena qualche settimana fa, stavolta non si vede neanche l'ombra.

Locatelli 4,5 - Quanti fischi dallo Stadium quando sbaglia il passaggio di ritorno per McKennie al 69'. È lo specchio di una partita che l'ha visto correre tanto e ragionare poco in mezzo ai più tecnici e ispirati palleggiatori della Dea.

Thuram 5 - Il primo squillo del match arriva proprio da un suo tiro che sfiora la traversa. Poi entra nell'anonimato insieme a tanti altri compagni di squadra.

McKennie 5 - Il suo intervento col braccio su colpo di testa di Djimsiti farà discutere, ma finisce comunque per decidere il match in negativo: l'Atalanta la sblocca su rigore con Retegui e mette in discesa la partita. Corre molto, ma fa anche tanta confusione.

Yildiz 5 - Non è al meglio e si vede. Se gli esterni dell'Atalanta puntano costantemente l'uomo, quelli della Juve sono dei veri desaparecidos. Lo si vede, difatti, solo al momento del cambio (Dal 46' Koopmeiners 4,5 - L'ex tanto atteso parte dalla panchina e poi, una volta entrato, non sposta minimamente gli equilibri dell'incontro. Aspettate, ma è entrato davvero?).

Nico Gonzalez 5 - Stesso discorso fatto per Yildiz, con l'eccezione che almeno Nico sembrava in crescita a fine primo tempo. Un falso allarme per la difesa della Dea, visto che dopo una manciata di minuti di ripresa Thiago Motta lo chiama fuori per Mbangula (Dal 54' Mbangula 5 - Non riesce ad aumentare né la fantasia né il peso offensivo della Juve).

Kolo Muani 5 - Stavolta non combina niente neanche lui, andando a sbattere sulla muraglia difensiva dell'Atalanta senza creare una minima occasione o, ancora meno, preoccupazione (Dal 74' Vlahovic 4,5 - La goffa scivolata che lo vede involontariamente lanciare a rete Lookman per il 4-0 è la cartolina della sua stagione, e purtroppo per i bianconeri anche della serataccia della Juve).

Thiago Motta 4 - Perdere in casa contro questa Atalanta ci sta, perdere così però non ci sta affatto. La sua Juve passeggia e lui non sembra trovare una minima soluzione per rivitalizzarla. Basta vedere l'approccio molle con cui i bianconeri rientrano in campo nella ripresa, nel momento in cui dovrebbero invece spingere per provare a pareggiare. Il Maestro Gasperini gli rifila un poker che sa di storica umiliazione, meglio evitare di parlare di Scudetto da adesso in poi.

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