Lazio, Lotito: "Nessuno ha sentito i cori contro Lukaku. Faremo ricorso sulle squalifiche"
Il presidente della Lazio Claudio Lotito, presente in Comune a Roma per i 124 anni del club bancoceleste, ha parlato alla stampa presente dell'attualità riguardante il calcio italiano ed il club nello specifico:
Cairo dice che il calcio è l'unico settore non aiutato dalla politica?
"E' la verità. Il cinema ha avuto 1 miliardo e 200 milioni, il calcio e lo sport in generale non hanno avuto nulla. L'unica norma è quella che ha previsto la possibilità di pagare in 5 anni il sospeso, con un provvedimento intelligente dell'allora ministro Gualtieri. E' una norma ordinaria, non straordinaria, qualsiasi contribuente può pagare in rate da 5 anni. Con la differenza che noi lo abbiamo fatto in 3 rate. Le sanzioni sono state pagate tutte anticipatamente, mentre nella norma ordinaria vengono pagate nell'arco dei 5 anni".
A che punto siamo con la questione stadio?
"Non ho difficoltà nell'interloquire col sindaco, abbiamo un ottimo rapporto. Volevo dire che la Lazio lavora a fari spenti, in silenzio, la mia è una politica di fatti e non parole. Stiamo lavorando per capire la fattibilità tecnica, sul piano politico non credo ci siano problemi. Guardate quello che ho fatto a Formello... Abbiamo fatto una cittadella di 26 ettari che è un fiore all'occhiello. Il Flaminio? Noi faremo uno stadio che sia evocativo della storia del nostro club che parte 124 anni fa e che ha caratteristiche peculiari che fanno sì che il laziale sia diverso nell'accezione semantica positiva rispetto agli altri. Coltiva sentimenti di passione e lo fa all'insegna di valori come solidarietà, merito, umiltà e spirito di gruppo, valori intramontabili".
Lo stadio a Roma?
"Non coltivo problemi di velocità, io coltivo problemi di fattibilità. A me non interessa arrivare primo, mi interessa arrivare. Sono convinto che lo stadio della Lazio debba essere all'insegna degli interessi della società, lo stadio deve essere fruibile dagli spettatori, in modo che la gente capisca che quella è la loro casa".
La squalifica della Curva e dei Distinti per i cori razzisti a Lukaku?
"Non voglio fare polemiche. Faccio una riflessione: nel rapporto c'è scritto il 90% di 16mila, sbagliando, perché i presenti erano oltre 19mila. Voi avete sentito 17mila persone che hanno fatto ululati a Lukaku? Se fosse così, mi pongo un interrogativo: il responsabile del Gos, perché non ha fatto un appello durante la partita? E l'arbitro Orsato, preciso, perché non ha stigmatizzato? Non voglio entrare nel merito, ma nella vita ci sono dei fatti: bisogna saper perdere. Noi cerchiamo di educare i nostri anche alla cultura della sconfitta. Quando la gestione di alcune situazione viene inquinata da posizioni di tifoseria diventa un problema".
Come valuta il provvedimento che colpisce la tifoseria della Lazio?
"Faremo ricorso e ci muoveremo anche in altre sedi. Sulla Lazio tutto si può dire, ma non che la squadra sia razzista o antisemita o quello che ci contestano. E' impensabile per il sottoscritto, che come capogruppo fa parte della Commissione Segre, poi c'è il professor Gambino nel Cda, così come il presidente Mario Venezia della Fondazione Shoa all'interno del Consiglio d'Amministrazione. Io non li ho sentiti quei cori, sono sincero. Ma non lo dico per un problema di parte, lo dico perché non li ha sentiti nessuno".
La Lazio vista nell'ultimo mese?
"La Lazio deve mantenere la coscienza dei propri mezzi, è una squadra allestita per potersi confrontare alla pari con tutti, ma i risultati sono il frutto del lavoro di tutti. Se uno entra in campo con lo spirito di gruppo e la ferocia agonistica per raggiungere insieme gli obiettivi... La Lazio l'ho vista nel derby concentrata, volitiva, c'era voglia di dare soddisfazioni ai tifosi. Ho visto una Lazio che combatte e non si arrende e che vuole portare a tutti i costi a casa i risultati".
Si è scoperto anche il portiere...
"Voi li scoprite oggi, io li ho comprati, lo saprò già...".
Novità sul rinnovo di Felipe Anderson?
"Nella vita sono tutti utili e nessuno indispensabile. Ho un rapporto con lui familiare, è come un figlio, ma non voglio costringere nessuno. Lui sa che la Lazio è casa sua, sa che ha una prospettiva anche dopo la carriera e che tutti lo osannano. Ora lui deve fare la sua scelta liberamente, in totale autonomia. Deve solo capire che qua è considerato uno di famiglia e lui ne è un elemento importante. Non sono né ottimista né pessimista. Parlano i fatti: abbiamo fatto 5 innesti che stanno dando il proprio contributo. Se tutti lavorano all'unisono si possono portare a casa i risultati. Faccio un appello anche ai tifosi: assumete dei comportamenti all'insegna di quelli che sono i valori della Lazio, nel rispetto delle regole, altrimenti verremo sempre strumentalizzati".