La Supercoppa in Arabia ha senso con le big: da marzo si decide sul 2026, tra USA e Gedda

A due giorni dalla conclusione della Ea Sports Fc Supercup, l'edizione 2025 della Supercoppa italiana, è possibile tracciare un primo bilancio della competizione. Non sul campo: quello spetta a Inter e Milan. Ognuna dovrà fare i conti con le rispettive domande e risposte: i nerazzurri, che si interrogano sui vari infortuni - De Vrij, Pavard e Thuram dovrebbero rientrare col Venezia, Calhanoglu e Bisseck sono da monitorare, Acerbi è atteso il prima possibile - e con la possibilità di intervenire sul mercato, finora considerata da scartare. I rossoneri, viceversa, sono rientrati in Italia sulle ali dell'entusiasmo e contano di chiudere un paio di questioni aperte, nonché ragionare su rinforzi per Conceicao, a partire da Rashford.

La Supercoppa in Arabia ha senso con le big. È il senso, nel quadro generale, delle partite di quest'anno. Delle ultime due se paragonate alla prima, di tutte e tre se confrontate all'edizione 2024. La presenza di Inter e Juventus, ma soprattutto del Milan, fa la differenza in termini di pubblico: c'è poco da girarci intorno. Lo spettacolo andato in scena all'Al-Awall Park nella finale invoglia ancora di più il mondo saudita a seguire il calcio italiano e questo è un dato da considerare, anche in ottica futura. Si discute sempre dell'opportunità di riportare il torneo in Italia, dei milioni che arrivano - 23 a edizione più diritti tv e commerciale - ma spesso si sottovaluta quello che gira intorno. In questi giorni a Riyadh non vi erano solo i club impegnati, ma anche altri (a partire per esempio dall'Udinese) tutti interessati alle partnership, economiche e tecniche, che il mondo arabo offre. La Supercoppa, in questi termini, è davvero l'occasione di entrare in un mercato, piaccia o non piaccia, destinato a rimanere fertile almeno fino al 2034. Viceversa, ha un senso soprattutto con le big: non è questione di classismo, ma di realismo calcistico. La stessa organizzazione dell'edizione 2025 è stata molto più semplice e ricca rispetto a quella dell'annata precedente.

Sarà questo - la presenza delle big - un tema da valutare per il 2026. Il contratto con l'Arabia Saudita, lo abbiamo ricordato nei giorni scorsi, prevede altre due edizioni nei prossimi quattro anni, ma gli accordi si possono sempre rivedere, specie in meglio. È ancora presto per ipotizzare scenari concreti: gli Stati Uniti sono un'ipotesi affascinante, nell'anno dei mondiali nordamericani, ma a oggi per una serie di ragioni - anche di continuità - la priorità l'avrebbero eventuali proposte dall'Arabia. Ci sarà da riaggionarsi, sia per bilanci più dettagliati che per le valutazioni sulle squadre in competizione: da marzo in poi, attenzione a classifica di Serie A e Coppa Italia. Se dovesse diventare probabile la presenza di almeno un paio delle big tradizionali del nostro calcio, diventerebbe molto più concreta l'ipotesi di un rilancio saudita anche per l'anno prossimo. Nel caso, ma qui si va davvero troppo in là, alla Lega non dispiacerebbe tornare a Gedda, pur apprezzando la grande ospitalità dimostrata da Riyadh negli anni. Era, del resto, la location scelta l'anno scorso e poi rivista per - ufficialmente - le difficoltà logistiche e di impianti. Un tema che si direbbe superato, dato che oggi, proprio nella città che affaccia sul Mar Rosso, inizierà la Supercoppa di Spagna.