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La Juve si scopre più fragile di quanto ci vogliono far credere: il progetto non riesce a decollare

La Juve si scopre più fragile di quanto ci vogliono far credere: il progetto non riesce a decollareTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
ieri alle 20:24Serie A
di Giacomo Iacobellis
fonte Articolo a cura di Antonio Paolino, direttore di RadioBianconera

Un tracollo senza scusanti che affonda la Juventus nel primo vero fallimento sportivo della stagione. Nulla a che vedere con la coppa di Riad vistasi soffiare dal Milan - ora come un mese fa - messo comunque peggio dei bianconeri. La Champions, passaggio del turno o piazzamento tra le prime quattro, resta una questione di “sopravvivenza”.

«Eenddracht maakt macht» (l'unione fa la forza) è lo slogan dei tifosi del PSV, quella forza che manca oggi ai tifosi per comprendere le ragioni della disfatta (non annunciata) dopo l'incoraggiante poker di vittorie che l'ha preceduta. Un caso aver battuto l'Inter e perso poi col PSV? Una risposta esatta non c'è, ma l'impressione è che chi corre di più, e lo fa nella semplicità della propria idea tattica, ha maggiore probabilità di centrare la vittoria. Cosa avevano di più gli olandesi rispetto alla Juve? Non erano sicuramente né più esperti e neppure più forti. Eppure sono riusciti ad esprimersi giocando senza troppi fronzoli e limitando la costruzione, sempre e solo dalle corsie esterne, del gioco bianconero. Il tempo non è scaduto, ma quello già trascorso non ha garantito i livelli sperati.

La campagna acquisti è stata onerosa, magari non ricca di giocatori di spessore, ma con gli stessi si poteva e si doveva essere più avanti. L'allenatore incide eccome: con le idee, ma soprattutto col modo con cui riesce a trasmetterle. Ecco perché “intestardirsi” o pensare anche solo di non dover “cambiare” qualcosa sono i veri difetti di fabbrica di questa squadra. È l'allenatore che si adatta ai giocatori o viceversa? Sicuramente cambiare spesso, ruoli e interpreti, non agevola la crescita di nessuno.

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