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La Juve patteggia, c'è l'accordo con la Procura ma l'ultima parola spetta al TFN: ecco perché

La Juve patteggia, c'è l'accordo con la Procura ma l'ultima parola spetta al TFN: ecco perchéTUTTO mercato WEB
lunedì 29 maggio 2023, 23:00Serie A
di Ivan Cardia

La Juventus patteggia. È la novità di serata: i bianconeri hanno deciso di anticipare i tempi e rinunciare ai termini difensivi, nell'ambito del processo sportivo che vede il club bianconero deferito per le manovre stipendi, i rapporti con gli agenti e le partnership con altri club. Dietro a questa scelta, l'accordo con la Procura Federale guidata dal dottor Chiné che, secondo indiscrezioni giornalistiche, dovrebbe portare a una multa economica e una penalizzazione di entità tale da non compromettere la qualificazione europea.

Domani la decisione: perché spetta al Tribunale Federale Nazionale. La vicenda si chiuderà così nelle prossime ore, anziché il 15 giugno come da calendario iniziale. L'organo competente a ratificare il patteggiamento - che formalmente sarà chiesto domani, ma nei fatti si basa sulle interlocuzioni già avvenute fra Juve e Procura - sarà il TFN, l'organo di primo grado della giustizia della FIGC. Competente perché l'accordo è arrivato dopo il deferimento: fosse arrivato prima, in base all'articolo 126 del Codice di Giustizia Sportiva, che disciplina la "applicazione di sanzioni su richiesta (la definizione tecnica del patteggiamento, ndr) prima del deferimento", la sanzione concordata sarebbe potuta essere anzitutto più leggera (fino alla metà di quella prevista, adesso fino a un terzo) rispetto a quella che arriverà domani. E, soprattutto, il giudizio sarebbe spettato al Presidente Federale, al netto dei possibili rilievi del Procuratore Federale dello Sport. In base all'art. 127, rubricato "applicazione di sanzioni su richiesta dopo il deferimento", la parola finale spetterà al TFN.

Il TFN è vincolato dal patteggiamento? La risposta è no. Al netto della diversa entità della sanzione, su cui ci siamo già soffermati, un accordo sottoposto al presidente Gravina sarebbe stato quasi blindato. Anzitutto, a livello politico, dato che in quel caso sarebbe stata più comprensibile un'interlocuzione anche con i vertici della FIGC in corso di trattativa. Ma anche giuridico: in base all'articolo 126, il presidente può formulare osservazioni, sentito il Consiglio federale e in base ai rilievi del Procuratore generale dello Sport. Molto più netta la previsione dell'articolo 127 del Codice di Giustizia Sportiva, che al terzo comma recita: "Nel caso in cui l'organo giudicante reputi corretta la qualificazione dei atti operata dalle parti e congrui la sanzione o gli impegni indicati, ne dichiara l'efficacia con apposita decisione". Tradotto in altri termini: l'ultima parola spetterà davvero al TFN, che potrebbe anche bocciare l'intesa Juve-Procura, chiedendo non solo che venga rivista, ma anche che il processo continui con il dibattimento.

La questione recidiva. Si resta, va chiarito, nel campo delle ipotesi: a oggi, non vi sono elementi concreti per immaginare un "no" del TFN. Tanto più che la lunga attesa e le lunghe discussioni fra Juve e Procura lasciano immaginare che l'accordo sia stato sottoposto a lunghe revisioni. Lo scenario, però, non è del tutto impossibile, se si considera che lo stesso articolo 127, all'ultimo comma, esclude la possibilità di patteggiamento nei casi di recidiva. Sulla carta, è proprio la situazione della Juve, già condannata nel caso plusvalenze per violazione dell'articolo 4 e oggi deferita per lo stesso articolo. Il tutto dovrebbe essere risolta con una motivazione abbastanza articolata: l'articolo 4 non prevede fattispecie concrete, ma la violazione dei doveri di lealtà, correttezza e probità. E la recidiva non dovrebbe essere applicabile a norme così generali, clausole di salvaguardia del sistema.

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