La Germania è in crisi come non mai. A un anno dall'Europeo serve una nuova rivoluzione
Fuori nella fase a gironi in Russia e Qatar, eliminata agli ottavi di finale dell'ultimo Campionato Europeo. Quella che sta attraversando la Nazionale di calcio tedesca è probabilmente la crisi peggiore della sua storia ed è culminata con l'esonero di Hans-Dieter Flick, il primo dopo 123 anni: l'ex tecnico del Bayern Monaco lascia il ruolo che aveva ereditato da Joachim Löw - rimasto in carica per 15 anni - il 25 maggio 2021. Fatale la batosta subita in casa contro il Giappone, quinta partita consecutiva senza vittorie. Un trend preoccupante in vista dell'Europeo che la Germania ospiterà tra pochi mesi.
La retromarcia sul progetto di crescita dei giovani - Cosa sia successo a un movimento calcistico che è sempre stato ai vertici è difficile da spiegare. Oltre vent'anni fa, in vista del Mondiale del 2006, la Federcalcio avviò un progetto di crescita improntato sullo sviluppo del settore giovanile: furono creati centinaia di centri regionali per bambini e ragazzi, con l'obiettivo di far crescere i futuri campioni. Il trionfo in Brasile fu il punto più alto di questo percorso; la Germania sembrava destinata a dominare per anni e aveva azzerato il divario con la Spagna sul piano tecnico, atletico e del gioco. Il Mineirazo, il 7-1 rifilato ai padroni di casa nel 2014, ne è stato il manifesto.
Col passare del tempo, però, l'evoluzione del calcio ha portato a una rottura decisa con questa filosofia che aveva regalato grandi soddisfazioni: la ricerca immediata del risultato - per motivi prettamente economici - è diventata molto più importante della crescita dei giovani ed è difficile dare continuità a un progetto tecnico. Non viene concesso più tempo per crescere, imparare, migliorare. Servono giocatori pronti ed ecco che anche le formazioni tedesche ormai si sono adeguate al resto dei maggiori campionati continentali: nella scorsa stagione, oltre il 53% dei calciatori della Bundesliga aveva un passaporto straniero. I talenti fatti in casa non trovano spazio in campionato e chiaramente non accumulano nemmeno esperienza a livello internazionale, fondamentale per rendere al meglio in Nazionale. In pratica una situazione molto simile a quella che vediamo in Italia da anni. Lo stesso Low, da eroe nazionale, è stato praticamente abbandonato al proprio destino, con la speranza che riuscisse a tirare fuori altre magie. Alla fine la sentenza: dopo tanti anni era arrivato il momento di farsi da parte.
Talenti inespressi - Ovviamente c'è da considerare anche l'aspetto meramente sportivo: la generazione di cui hanno fatto parte i vari Lahm, Khedira, Schweinsteiger, Ozil, Podolski e Klose non è stata adeguatamente sostituita. Solo Manuel Neuer, Thomas Muller e Toni Kroos (insieme a Gundogan e ter Stegen, comunque arrivati successivamente) hanno provato a fare da raccordo con i tanti potenziali fuoriclasse che però non sono riusciti a rendere come da aspettative: Gotze, Schurrle, Draxler, Sule, Brandt non hanno mai dato l'impressione di poter raccogliere il testimone, mentre i vari Gnabry, Kimmich, Havertz, Goretzka, Werner e Sané si sono lasciati affondare nelle Paludi della Tristezza del presente. Ripartire sarà impresa dura e la scelta del nuovo CT dovrà essere necessariamente accompagnata da una riflessione generale sullo stato di salute di tutto il movimento calcistico. Servirà una nuova grande rivoluzione.