Ivanovic brilla al Milwall, rammarico Sampdoria. L'agente Borozan lo racconta
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In Inghilterra c'è un giovane attaccante serbo che si sta affermando, il classe 2004 Mihailo Ivanovic che ha iniziato a ingranare la marcia giusta e si sta conquistando il Millwall a suon di gol. Poteva però essere anche in Italia, considerando che in tempi recenti è stato tesserato per la Sampdoria, che però ha deciso di non tesserarlo. Per farci spiegare meglio il tutto, abbiamo contattato in esclusiva il suo agente Vlado Borozan.
Ci racconta perché Ivanovic non sta giocando in Italia ma è finito in Inghilterra?
"Due anni e mezzo fa era alla Sampdoria, poi dopo aver fatto un anno ha esordito contro il Napoli al posto di Quagliarella. Quindi è cambiata la proprietà e purtroppo la Sampdoria non l'ha riscattato. In un modo anche un po' inspiegabile: aveva dimostrato di essere un prospetto importante e non ci hanno nemmeno provato. Forse non c'era tempo, di sicuro c'era confusione, però neanche hanno fatto un tentativo. Quindi lui è tornato al Vojvodina dove ha fatto molto bene, tanto da andare in Nazionale. E quest'estate il Millwall l'ha pagato 3,5 milioni e l'ha portato in Championship. Dopo pochi mesi ha già fatto 5 gol e 1 in FA Cup, è una delle rivelazioni. In Italia si parla molto dei giovani e di come farli giocare, ma il problema è culturale. C'è poca propensione al rischio, come in questo caso. Mi dispiace per la Sampdoria, perché lui la adorava e la adora tuttora, è andato via senza apparenti motivazioni. Però devo dire che la dirigenza aveva visto bene... E il capitale l'avevano lasciato, chi è venuto dopo però non ha saputo apprezzarlo".
Ma dove crede che risieda la principale criticità della questione?
"Parte tutto dalle società, sono loro che devono dare serenità e tranquillità agli staff tecnici, così che possano dare opportunità ai giovani, anche di sbagliare. Si guarda alle certezze e alle garanzie del momento, ma se lavori in prospettiva devi proteggere questi ragazzi. Però ci sono anche esempi opposti, vedi la Fiorentina con Comuzzo, è il più lampante. Oppure il Parma, che nonostante una situazione difficile porta avanti una politica di giovani e ha un capitale pazzesco all'interno della squadra. Guardate i vari Bernabé, ma anche Leoni... Forse stanno pagando questa gioventù, però è una politica che alla lunga rende sicuramente. Si sono accollati un rischio quest'anno ma ne vale la pena perché la qualità della rosa è innegabile. Sarebbe auspicabile che si trovi più coraggio, gioverebbe al calcio e soprattutto valorizzeresti i settori giovanili, in cui comunque si lavora sempre tanto".
Ivanovic a chi lo consiglierebbe delle attuali squadre nel panorama italiano?
"Portarlo via dall'Inghilterra adesso sarà compito arduo, sta facendo crescere i suoi numeri e con essi anche il suo valore. Ha fisico e sa fare gol, ha vent'anni, sicuramente varrebbe la pena. Ricordo che anche Retegui era stato proposto per anni e nessuno osava prenderlo, poi però Mancini, uno che i giovani li butta dentro come faceva anche il povero Mihajlovic, ha sbloccato tutto. Mi viene da pensare: possibile siano serviti tutti questi anni per riconoscere un giocatore di tale valore? Molte società in Italia potrebbero pensare a Ivanovic, essendosi affermato in un campionato difficilissimo come il Championship. Certo, per chi lo vorrà prendere non sarà a buon mercato".
Lei segue anche Mihajlo Ilic, di proprietà del Bologna ma in prestito al Partizan di Belgrado. Come sta procedendo la sua crescita?
"Al Partizan è titolarissimo. La scelta di mandarlo a giocare era corretta, lui è maturato tantissimo. Sinceramente ci aspettiamo che al rientro al Bologna quest'estate sia un giocatore diverso, sicuramente più pronto. Se lo sarà abbastanza non spetta a me deciderlo, ma è stato prestato per farlo crescere, soprattutto dal punto di vista fisico. Sartori e Di Vaio ci hanno visto giusto, avranno un 21enne che sarà pronto. Certamente è stato un investimento giusto del Bologna e sono sicuro che in un modo o nell'altro gli tornerà indietro".
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