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Italia-Germania 1-2, le pagelle: male Bastoni. Kimmich e Tonali, sfida da 7,5

Italia-Germania 1-2, le pagelle: male Bastoni. Kimmich e Tonali, sfida da 7,5TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 06:15Serie A
di Ivan Cardia

Italia-Germania 1-2
(9’ Tonali; 49’ Kleindienst, 76’ Goretzka)

Le pagelle dell'Italia - A cura di Raimondo De Magistris

Donnarumma 6 - Un ottimo intervento in uscita a inizio ripresa, due gol subiti su cui non ha colpe.

Di Lorenzo 5.5 - E' impeccabile nella marcatura di Burkardt, poi dopo l'intervallo entra Kleindienst e se lo perde alla prima occasione.

Bastoni 5 - Per dare il via all'azione che sblocca la partita traccia un cambio campo degno di Xavi: un arcobaleno che sembra l'inizio di una grande serata. Sembra, purtroppo. E' solo un'illusione. Nella ripresa decide inspiegabilmente di ritrovarsi troppo spesso sul centro-destra, scambia continuamente la posizione con Di Lorenzo e smarrisce ruolo e certezze. Ringrazia Kleindienst, così come Goretzka che gli va via troppo facilmente sul gol del definitivo 1-2.

Calafiori 6- Meno spregiudicato del solito, ma non meno preciso. Oggi un po' troppo timido per i suoi standard.

Politano 7 - La mossa che non c'era mai stata da quando a settembre l'Italia ha voltato pagina s'è rivelata giusta. La sua presenza ha dato al 3-5-2 un altro peso offensivo, ha reso le ripartenze più pericolose. Decisivo sul gol di Tonali, prova a replicare a inizio ripresa con un assist al bacio per Udogie. Poi all'Italia monta un po' di paura e Spalletti lo sacrifica. Dal 64esimo Bellanova 5.5 - Non incide in alcun modo sul match, cambio sbagliato.

Barella 6.5 - Delizioso il suggerimento per Politano sul gol dell'1-0, impeccabile il suo primo tempo. Nella ripresa il suo motore perde qualche giro e tutta la Nazionale ne risente. Dall'83esimo Frattesi s.v.

Rovella 5 - Un po' timoroso, troppo poco al centro del gioco azzurro. Un play come lui può fare di più, sa fare di più. Dal 64esimo Ricci 5 - Si lascia travolgere dal vortice tedesco e non attacca il pallone sul gol del definitivo 1-2.

Tonali 7.5 - Ci ha preso giusto, ha alimentato vecchi rimpianti. Dopo il gol decisivo contro il Belgio a Bruxelles, stasera nello stadio del suo cuore ha aperto le danze e indirizzato la sfida contro la Germania. Quattro giorni dopo la vittoria della Carabao Cup un'altra grande prestazione: il migliore degli azzurri anche nella ripresa. .

Udogie 5 - La sua esuberanza fisica stasera è troppo spesso sfociata in confusione.

Kean 5.5 - Una serata complicatissima contro i muscoli, i centimetri e la fisicità di Tah e Rudiger. Ha una grande occasione a disposizione su cui Baumann fa il miracolo. Nella ripresa ci riprova, ma dopo il tacco di Tonali centrare la porta non era facile. Dall'83esimo Lucca s.v.

Raspadori 5 - Si muove tra le linee, battaglie, cerca il momento di gloria. Può averlo al 68esimo ma a tu per tu con Baumann non angola abbastanza la conclusione. Dal 71esimo Daniel Maldini 5.5 - Un'ammonizione e un'occasione: poteva fare di più.

Luciano Spalletti 5.5 - L'undici iniziale si rivela quello giusto, ma Nagelsmann a inizio ripresa lo sorprende con due cambi cambi e il commissario tecnico della Nazionale non riesce a trovare il giusto rimedio. Punito oltre i demeriti dell'Italia, ma nella ripresa poteva fare di più: le sue scelte in corsa non hanno pagato.

Le pagelle della Germania - A cura di Ivan Cardia

Baumann 7,5 - I tedeschi ci invidiano Donnarumma e lui sfodera almeno due grandi parate: col piede su Raspadori, in volo su Bastoni. Non sarà il futuro (34 anni) e nemmeno Neuer, ma risponde presente.

Kimmich 7,5 - Al Bayern è tornato centrocampista, Nagelsmann lo vede terzino, lui fa entrambi i ruoli correndo in fascia ed entrando nel campo. Ficcante già nel primo tempo, a inizio ripresa pennella il cross che porta al pareggio. Giocatore totale.

Tah 5,5 - Anticipa Kean ma offre un rigore in movimento a Tonali: rivedibile. Da lì in poi, sceglie le brutte per gestire il centravanti della Fiorentina, che comunque ha almeno un’altra buona occasione.

Rudiger 6,5 - Il mestiere l’ha imparato in Italia e portato a spasso per l’Europa. Delega al più giovane compagno la forza bruta, guida una difesa che si rimette in sesto dopo un avvio non semplice.

Raum 5 - Non proprio un fulmine di guerra: Politano gli scappa via e l’Italia passa in vantaggio. In costante difficoltà sull’esterno azzurro: Nagelsmann, purtroppo, lo lascia negli spogliatoi durante l’intervallo. Dal 46’ Schlotterbeck 6 - Senza entusiasmare, gli basta essere più solido del compagno per gestire il traffico in corsia.

Gross 6 - Il terzo che gode tra Andrich e Stile, litiganti per il ruolo. Lo ricopre con diligenza e qualche appoggio impreciso. Dal 90’ Andrich s.v..

Goretzka 7 - Regge il centrocampo, non solo muscolarmente. Impensierisce Donnarumma dalla distanza, svernicia Bastoni e va a segnare il gol vittoria di testa. A un tedesco, in Italia, non capitava da quarant'anni.

Sané 6,5 - Come un diesel: all’inizio si vede poco, col passare dei minuti il suo continuo svariare toglie punti di riferimento agli azzurri e dà idee fuori dagli schemi ai tedeschi. Dall’82’ Adeyemi s.v.

Musiala 7 - Ecco: noi non abbiamo un grande numero 10 da almeno un decennio. La Germania sì, si vede e si sente: quando il gioiello si accende, la partita cambia radicalmente direzione. Più utile che bello. Ed è molto bello il suo incedere con la palla al piede.

Amiri 5,5 - Più a destra che a sinistra, ma fondamentalmente da nessuna parte. Ai margini della manovra dei suoi, anche nei momenti migliori. Dal 66’ Leweling 6 - Bel passo, ma otto palloni toccati in mezz’oretta: ai limiti dell’ingiudicabile.

Burkardt 5 - La mossa a sorpresa del ct tedesco non paga. Si nasconde e cerca fortune lontano dall’area azzurra. Dal 46’ Kleindienst 6,5 - Entra e segna: dalla prospettiva azzurra, peggio di così… Ma dobbiamo giudicarlo per quello che dà alla squadra e, gol a parte, offre molte più soluzioni rispetto al sostituito.

Julian Nagelsmann 7 - La sua Germania soffre in avvio e col passare dei minuti si prende il malmesso campo di San Siro. Indovina i cambi e soprattutto il loro tempismo, cioè il prima possibile, e porta a casa una vittoria preziosa. Era dal 1986 che i tedeschi non vincevano in Italia, c’è voluto un fenomeno della panchina che deve ancora compiere 38 anni.

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