Inler e l'Udinese: "Spero di dare identità. Iker Bravo? Gol contro il Venezia una liberazione"
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"Si stava meglio in campo, ovviamente, non solo per l’età che passa. Fuori si soffre e tanto, non hai la possibilità di bruciare le tensioni come quando sei calciatore". L'ammissione di Gokhan Inler, doppio ex della partita che si consumerà stasera al 'Maradona' tra Napoli e Udinese, nasce anche dalla sua posizione attuale nel club dei friulani. Nei panni di responsabile dell'area tecnica dei bianconeri, infatti, ha rilasciato un'intervista alla Gazzetta dello Sport per provare a spiegare anche il progetto previsto e la volontà di metterci del suo.
"Gli studi e l’esperienza mi hanno indotto a pensare che la funzione del direttore sportivo stia cambiando, si stia evolvendo. Un calciatore non deve avere alcuna preoccupazione, ci sono aree di intervento che devono competere ad un dirigente, per fare in modo che gli atleti abbiano la testa libera. Diciamo che un manager deve agire e saperlo fare a 360°. Io spero di dare identità, sicuramente ci metterò serietà e intensità: sono in un club che ha dimostrato di saper fare calcio, la testimonianza è in questi 30 anni di Serie A di seguito, in ciò che ha fatto la famiglia Pozzo per il club".
Dove volete arrivare?
"Fare meglio delle ultime stagioni, confermare la nostra filosofia, che sta dando risultati. Rispetto alla scorsa stagione abbiamo meno esperienza, ma i ragazzi possono regalarci le soddisfazioni che inseguiamo. Il gol di Iker Bravo, domenica scorsa contro il Venezia, ha sottolineato questo nostro desiderio, è stato come una liberazione in quel momento, ed ha premiato un ragazzo che merita".
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