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Filippo Galli a Scanner: "Vi spiego la mia idea sui giovani. Il sistema italiano non aiuta"

Filippo Galli a Scanner: "Vi spiego la mia idea sui giovani. Il sistema italiano non aiuta"TUTTO mercato WEB
mercoledì 15 maggio 2024, 21:08Serie A
di Simone Bernabei
Scanner
Radio Firenze Viola
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Filippo Galli a Radio FirenzeViola
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Filippo Galli, ex dirigente del Milan con una lunghissima esperienza nel calcio giovanile, ha parlato a Radio FirenzeViola durante la Scanner, trasmissione curata dall’avvocato Giulio Dini: "La scelta di allungare di un ulteriore anno l'esperienza in Primavera non ha molto senso secondo me, o meglio può averlo purché si punti a fare arrivare ancora più pronti i giovani per il salto nel professionismo. Ricordiamoci che solo giocando un calciatore può rendersi conto di quale sia il suo vero valore. Certo è che il sistema italiano non aiuta, tra tifosi che non hanno pazienza e tante altre questioni. Sono dell'idea comunque che ci siano ancora idee troppo vecchie nei settore giovanili di oggi".

Che ne pensa delle seconde squadre?
"In Italia abbiamo deciso di inserire queste seconde squadre ma poi è difficilissimo riuscire a inserire e iscrivere nei campionati tali squadre. Secondo me restano molto importanti perché aiutano tanto i giovani visto che sono il passaggio di mezzo tra la Primavera e la prima squadra. Poi è ovvio che diversi club si rivolgono al mercato estero visto che ci sono meno costi da sostenere e in più puoi avere qualche occasione per creare rapporti con gli agenti e di conseguenza si va meno a comprare in Italia. Andrebbero fatte delle regole dove chi punta tanto nel proprio settore giovanile poi deve avere delle ricompense".

Perché c'è così tanta difficoltà in Italia a fare il grande salto in prima squadra?
"Negli altri paesi hanno meno paura a rischiare il giovane. Generalmente succede nei campionati inferiori rispetto ai migliori cinque europei. Poi c'è la questione allenatore: prima di mettere in campo un giovane il tecnico ci pensa tanto perché il primo a pagare se il ragazzo non rende è proprio lui. Poi bisogna dire che i giovani devono essere pronti e per essere pronti devono esserci state le condizioni giuste per potersela giocare nelle prime squadre. Un errore che facciamo troppo spesso è che dopo due o tre partite bocciamo subito questi ragazzi. Io non ho ricette o soluzioni ma penso che ci sia troppa pressione e attenzione solo sul risultato e a quel punto anche il gesto tecnico diventa più difficile da fare. Dovremmo tirare tutti dalla stessa parte perché se vogliamo giovani forti si può, ma dobbiamo sostenere tutti insieme un certo tipo di percorso".

Aiuterebbe avere allenatori più qualificati o comunque retribuiti?
"Servono allenatori che abbiano competenze, se non si migliora chi forma i nostri tecnici andiamo da poche parti. Dobbiamo avere la forza di applicare qualche pensiero o ideologia differente dagli altri. E in più appunto non c'è dignità lavorativa, dai settori giovanili fino anche alle squadre di Serie A. Non è facile allenare una squadra e dover avere anche un secondo lavoro per mandare avanti la propria famiglia".

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