Rustu ha sconfitto il COVID: "La gara più dura. Meno male ho smesso di fumare..."
Campione sul campo e non solo. Rüştü Reçber ce l'ha fatta: la leggenda del calcio turco ha vinto, proprio in questi giorni, la partita più importante di sempre. Quella della vita. L'ex portiere di Antalyaspor, Fenerbahçe, Barcellona e Beşiktaş è riuscito a sconfiggere il COVID-19 e, dopo essere stato ricoverato in condizioni critiche, è finalmente tornato in isolamento a casa. Una sfida non priva di colpi di scena, contro un avversario subdolo e meschino, che lo stesso 46enne di Adalia ha raccontato in esclusiva proprio ai microfoni di TuttoMercatoWeb.com. Passo per passo, sintomo per sintomo. "Sto lentamente tornando me stesso, le mie condizioni di salute migliorano ogni giorno", esordisce Rustu rassicurando tutti sulla sua guarigione. "Il mio corpo era un po' debilitato, ho dovuto affrontare un trattamento molto pesante, ma sono sulla via del recupero e posso solo ringraziare Dio. Adesso dovrò restare in quarantena a casa per circa altri 15 giorni".
Un calvario durato a lungo, a casa prima e in ospedale poi. Qual è stato l'evolversi dei suoi sintomi?
"Il primo giorno avevo solo un leggero mal di gola, il secondo mi è salita la febbre, ma non superavo i 37,5 gradi. Ho contattato il mio medico di famiglia e ho iniziato a prendere antipiretici e antidolorifici, ma nel frattempo avevo perso anche appetito, olfatto e gusto, oltre ad avere sempre una strana tosse. Devo ammetterlo, all'inizio ho un po' sottovalutato la cosa perché pensavo fosse una semplice influenza. E invece...".
E invece era COVID-19.
"Proprio così. La febbre mi risaliva di continuo, il settimo giorno era molto alta. Dopo altre 48 ore senza che la mia temperatura corporea diminuisse, ho cominciato a preoccuparmi davvero e, su indicazione del medico, sono andato in ospedale. Mi hanno fatto degli accertamenti, avevo una brutta polmonite ed ero positivo al tampone. Ho passato ore difficili, è stata una delle partite più dure di tutta la mia vita, ma il peggio è passato e finalmente sono potuto tornare a casa. Meno male ho smesso di fumare cinque anni fa...".
Le dimostrazioni di affetto in questi giorni non sono certo mancate, da tutto il mondo.
"Mi hanno scritto in tanti e ci tengo a ringraziare, uno per uno, tutti coloro che si sono preoccupati per me. Agli italiani in particolare, tra i più colpiti dal COVID-19, auguro di mettersi presto questa triste situazione alle spalle. Sono convinto che si riprenderanno, il mio cuore e quello dei miei connazionali turchi è con loro. Forza Italia!".
Cosa vuole dire, invece, a chi ancora sottovaluta il Coronavirus?
"Questo virus è una cosa seria, non ci si può scherzare o prenderlo sotto gamba. Il COVID-19 sta minacciando l'intera umanità, restiamo a casa ed evitiamo i contatti non necessari con gli altri. Ascoltate me, che l'ho vissuto in prima persona".
Chiosa, inevitabile, sul ritorno al calcio giocato. È giusto terminare i campionati secondo lei?
"Non è compito mio dirlo, ormai mi sono ritirato dal calcio giocato. Credo che questa decisione spetti solamente ai dottori e agli scienziati, visto che andrà garantita la sicurezza di tutti. Facciamoci coraggio e pensiamo prima di ogni altra cosa alla salute, con pazienza, rispetto delle regole e tanta fede".