Il lockdown, il calcio, il mercato, Tonali, Bernardeschi. Bozzo si racconta
Da Roma, Giuseppe Bozzo racconta il suo mondo. Il suo microcosmo, la sua casa la sua famiglia, il suo calcio. La sua resistenza silenziosa e ordinata contro la pandemia. "Di carattere sono sempre stato ottimista -spiega l'Avvocato Bozzo a Tuttomercatoweb.com, agente ora tra gli altri di Federico Bernardeschi, Fabio Quagliarella, Simone Zaza e Sandro Tonali e nel corso degli anni di tanti campioni del calcio italiano-. Però sono anche realista. Sarà una banalità ma l'ho fatta mia: restare a casa, restare fermi, non deve essere un sacrificio. Vuol dire attutire questo momento; osserare le regole vuol dire ripartire in modo più rapido anche se finché non ci sarà il vaccino, la deadline è tutta da scoprire. Distribuirlo non sarà facile, dobbiamo imparare a conviverci. Spero che i politici imparino che tagliare la sanità è sempre un errore: siamo qui, a quasi cento anni dall'epidemia spagnola, a chiederci perché sia un problema reperire una mascherina. Non dobbiamo dimenticare la lezione, per chi non c'è, per chi si sacrifica, per chi soffre".
E lei come trascorre questo tempo fluttuante?
"Guardo documentari di storia, di cui sono appassionato. Film di guerra, di storie vere. Rileggo i libri che ho amato. Poi studio, quel che può essermi utile, faccio attività fisica. Spero che questo momento drammatico, per noi che siamo più fortunati a livello personale e familiare, ci insegni a utilizzare il tempo per migliorarci dentro e fuori. Il tempo che abbiamo è un regalo".
Il calcio, intanto, s'interroga sul suo presente, sul suo futuro. E sembra farlo in modo distaccato dalla realtà dei nostri giorni.
"Il calcio è un divertimento per chi lo vede ma è un'azienda. Esprime un pil importantissimo e guardarlo solo sotto l'aspetto ludico è sbagliato. Il calcio non vuole andare avanti per mancanza di rispetto: si cercano di riaprire attività basilari, lo è anche il calcio, per l'indotto economico che genera e perché per gli appassionati è un momento di stacco. E' godersi la partita, lo spettacolo, che sia pallone o Formula 1 o Agusta Masters di Golf, ma è anche indotto, economia".
E in molti rischiano.
"Nel calcio ci sono tanti imprenditori, anche in B e C, che hanno investito soldi propri. E di ritorni economici ce ne sono pochi. Ora sono venuti meno incassi dei botteghini e di sponsorship e tante realtà sono a rischio".
Impossibile procrastinare a lungo lo stop.
"Il calcio, come tutte le aziende, non può fermarsi a lungo. Nei limiti di un ritorno alla normalità, deve ripartire. Quando riapriremo non sarà tutto come prima, quando non ci sarà un vaccino non convivremo con la normalità. Ci sarà una riapertura e ci sarà una nuova chiusura, purtroppo in Europa c'è chi ha preso la situazione a cuor leggero e il rischio di nuovi focolai non è da non considerare".
C'è un problema di comunicazione nell'universo del pallone?
"Non è una comunicazione univoca, tutti vogliono dire la propria. Ne hanno diritto e va bene anche così, le opinioni sono in contrasto e ci sta. Però ci sia il rispetto dei morti, oggi e quando finirà. La memoria non deve tradire la persona, dobbiamo ricordare e continuare il campionato: servirà limitare i danni economici, sempre nel rispetto dei defunti e anche della salute. Iniziare così, è difficile, lo capisco. Però il calcio all'esterno è visto come un momento ludico ma dietro c'è un mondo intero, che non può fermarsi e non deve farlo.
Bisogna andare avanti con consapevolezza, cercando di non dimenticare".
Che mercato sarà a suo avviso?
"Avere una finestra ampia, anche se sarà un delirio, potrà essere forse la cosa migliore. Per noi operatori sarà difficile: bastano tre partite senza giocare e un giocatore può chiederti di cambiare aria... L'ho messo in conto ma i club, come aziende, hanno bisogno di una finestra aperta per sistemare i bilanci, con degli scambi".
Servirà fantasia, servirà ingegno.
"Così lo era già in passato, figuriamoci ora. Non ci sarà più l'animus pugnandi di non darlo a un club o a un altro per campanilismo. Servirà andare oltre questa visione, capire che bisognerà fare di necessità virtù. Sarà un mercato più americano, più ingegnoso e fantasioso. E non vuol dire inferiore, peggiore. A volte nella necessità si possono aggiustare le cose".
La Juventus del suo Federico Bernardeschi, sulla questione stipendi, ha deciso per prima: accordo interno e niente guerre coi Sindacati.
"E' stata una decisione presa non per anticipare gli altri ma per voler fare qualcosa. Per rendersi conto che questo momento non è come prima. Poi si tornerà alla normalità ma serviva un segnale. Tanti giocatori di tante società si sono adoperati sostenendo chi palesemente, chi non, anche quando non gli era stato chiesto. Sono stati il motore per portare anche altri imprenditori in vista, che hanno fatto poi delle super donazioni. I calciatori hanno dato una grande mano al fattore sociale".
Come sta Federico?
"Sta bene. E' stato isolato, adesso, ora si spera di riprendere una normalità che chissà quando arriverà".
Una normalità che è difficile immaginare anche nel mercato. Ha due azzurri, richiesti, come Tonali e Bernardeschi, eppure...
"Come puoi parlare di mercato, adesso? Ho un'agenzia che fa anche trasferimenti internazionali. Riunioni a Monaco, Londra, Madrid. Che senso hanno? Come fai a ipotizzare un trasferimento all'estero, adesso? Non sai cosa succede in Francia, Spagna, Inghilterra. Non possiamo fare nulla, nei fatti. Sì, parli, gli attestati di stima ci sono come prima, ma nulla di concreto".
Impossibile muoversi, per tutti.
"Come fai a trasferire un giocatore all'estero, quando non c'è una soluzione definitiva al virus? Dietro al ragazzo c'è una famiglia, chi deve muoversi. E se ogni volta che devi spostarti devi fare quarantene, come fai? E anche tu, come addetto ai lavori, come fai? Oggi non ci lavori. Aspetti e vedi. E speri".
E come vive questo momento?
"Lo vivi in attesa. Aspetti quel che accadrà successivamente. Come club hai chiesto ai giocatori di rinunciare a delle mensilità, non puoi aspettarti colpi da cento milioni perché andrebbero in contrato con le rinunce chieste ai ragazzi. Il mercato in questa stagione ne risentirà di sicuro. Sarà fatto per la maggior parte da scambi, senza dubbio".