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Domizzi: "Napoli pronto per lo scudetto. ADL importante, Spalletti di più"

ESCLUSIVA TMW - Domizzi: "Napoli pronto per lo scudetto. ADL importante, Spalletti di più"TUTTO mercato WEB
© foto di Uff. Stampa Fermana
giovedì 22 dicembre 2022, 09:30Serie A
di Alessio Del Lungo

Maurizio Domizzi, ex difensore tra le altre di Napoli, Udinese e Sampdoria, è intervenuto al TMW News, iniziando a parlare proprio dalla squadra di Spalletti: "I numeri e le prestazioni dicono che potrebbe senz'altro essere l'anno buono per lo scudetto. C'è da tenere presente di un campionato, vista la formula dovuta al Mondiale, molto anomalo e che quindi si ripartirà da zero a gennaio. Ovvio però che il margine che ha preso è importante e che la struttura di gioco e la sicurezza che ha acquisito in questi mesi lo faranno partire di nuovo davanti alle altre".

Quanto è stato importante De Laurentiis per questo Napoli?
"Credo che sia stato importante, ma lo è stato ancora di più forse il rapporto di fiducia che Spalletti è riuscito ad instaurare con lui, cosa che magari con gli altri era avvenuto solo inizialmente e non si era protratto nel tempo nel fare determinate scelte di mercato sia in entrata che in uscita".

Si immaginava che Zielinski sarebbe diventato così forte quando ci ha giocato insieme ad Udine?
"Il potenziale lo si era intravisto già da giovanissimo quando aveva fatto solo delle apparizioni. Poi è cresciuto ed ha avuto l'incastro positivio di aver avuto, sia all'Empoli che al Napoli, degli allenatori molto bravi che lo hanno aiutato a crescere soprattutto dal punto di vista tattico perché dal punto di vista tecnico e fisico il potenziale si vedeva già da giovanissimo".

Sarebbe favorevole al ritorno in società del suo ex compagno Hamsik?
"Ci può stare, ma credo che siano considerazioni da rimandare a bocce ferme a maggio. Adesso, durante il campionato, credo che il Napoli faccia bene a far quadrato e a proseguire sulla rotta che aveva tracciato in maniera molto molto positiva".

Qual è invece il segreto dell'Udinese?
"Ormai sono quasi 30 anni che sono in Serie A. Non ne ha di segreti, c'è tanta professionalità dietro, c'è la capacità di guardare sempre un po' oltre, e non mi riferisco solamente alle cose puramente tecniche, ma all'avanguardia che hanno nelle strutture, all'avanguardia che hanno in altri settori come quello che dedicano allo spazio e della cura della fisioterapia, piuttosto che in altri ambiti. Sono sempre stati bravi a guardare oltre l'orizzonte momentaneo della singola annata o del singolo periodo. Questo alla lunga è l'elemento che più ha permesso loro di rimanere in Serie A per tutto questo tempo ad alto livello".

Lei che ha conosciuto Pereyra, crede che abbia il carisma per essere il leader dell'Udinese?
"Sicuramente lo è ed è uno di quei giocatori che è rientrato con un'età ed una maturità importante ed è diventato un punto di riferimento della squadra. Prima probabilmente, un po' la giovane età, un po' gli infortuni, gli hanno impedito di esprimersi come si sta esprimendo adesso. Ora è tornato in un ambiente familiare e si sta esprimendo su standard altissimi, soprattutto dal punto di vista caratteriale e della leadership".

Handanovic e Cuadrado possono dire ancora la loro ad alti livelli?
"Cuadrado sicuramente sì perché qualche altro anno ad alti livelli può sicuramente farlo, mentre per Handanovic è diverso, ma solo per anagrafe. Comunque è ancora il portiere dell'Inter, anche se è una riserva... Samir è intelligentissimo e saprà sicuramente orientarsi verso quella che sarà la decisione più saggia per il suo futuro".

Muriel e Zapata adesso sono riserve dell'Atalanta. Lei che li conosce, che idea si è fatto?
"Zapata purtroppo si trascina dietro sempre diversi problemi fisici che, già per sue caratteristiche paga probabilmente più di altri giocatori, essendo uno che vive molto di strapotere fisico e di strappi. Questo l'ha condizionato, così come ha condizionato Muriel. Credo però che stiano più che altro attraversando una fase di ricostruzione come la sta attraversando tutta l'Atalanta. Probabilmente altri giocatori se non fossero andati via avrebbero incontrato lo stesso tipo di problema. Non credo sia un problema di singoli, ma solo di ricostruzione. L'Atalanta sta ringiovanendo, cambiando filosofia. Ci sta un periodo così".

Vicario lo conosce bene perché ci ha giocato insieme a Venezia. Ha le qualità per una big?
"Sì, dal punto di vista tecnico sì. Ha fatto un percorso in Serie A per maturare e crescere, anche se breve. Penso che da qui ad un paio di anni possa essere pronto per far parte di una grande squadra".

Si aspettava che Inzaghi potesse far così bene con la Reggina?
"Che potesse far bene come allenatore me lo aspettavo di sicuro avendoci lavorato e avendolo visto. Nello specifico con la Reggina non me lo sarei aspettato forse, ma come quasi nessuno. Più che altro perché è stata una situazione che sembrava complicatissima, si è risolta in un paio di giorni, hanno fatto la squadra in fretta e furia, con un allenatore nuovo, una proprietà nuova... La situazione era molto molto complicata ed il fatto che sia riuscito a fare subito così bene avvalora ancora di più il pensiero sull'allenatore".

Che effetto le fa invece vedere la Sampdoria in questa situazione?
"Un brutto effetto, anche se purtroppo negli ultimi anni, più dal punto di vista gestionale che sportivo, c'eravamo abituati a vivere sempre in situazioni molto molto precarie. Non fa quindi molto effetto vederla così in difficoltà".

© Riproduzione riservata
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