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Berrettini: "Coronavirus anche in Africa. A Fiumicino nessun controllo, assurdo"

ESCLUSIVA TMW - Berrettini: "Coronavirus anche in Africa. A Fiumicino nessun controllo, assurdo"
domenica 22 marzo 2020, 13:00Serie A
di Gaetano Mocciaro

Paolo Berrettini è appena rientrato in Italia, dal Senegal, dove anche lì il coronavirus COVID-19 ha iniziato a diffondersi. Ai microfoni di Tuttomercatoweb l'ex tecnico della Nazionale Under 19 campione d'Europa nel 2003 ci racconta la situazione personale vissuta a Dakar: "Faccio la spola fra l'Italia e il Senegal, dove gestisco l'Accademia Baobab a Dakar, dove facciamo crescere i talenti con la speranza di dargli un futuro in Europa. Obiettivo in parte raggiunto dato che avevo già due giocatori pronti per il grande salto. Sono andato in Senegal per 12 giorni per parlare con i genitori di questi ragazzi e sbrigare le questioni burocratiche con le varie ambasciate. Nel frattempo in Italia succede quel che succede e io mi trovo in Africa con tanta preoccupazione".

Qual è la situazione in Senegal?
"È arrivato, in misura minore e più tardi, ma è arrivato. Da un senegalese che è stato a Milano e rientrato in patria, risulta positivo. Avviene a Touba, seconda città per importanza del Senegal. E in breve tempo i contagi nella città salgono a 71. Noi italiani naturalmente eravamo preoccupati, io in particolar modo perché ho avuto non troppo tempo fa un intervento nel quale mi sono stati impiantati 4 bypass. Devo prendere 7 pasticche al giorno e avevo con me le medicine solo per il breve periodo di permanenza".

Lei vive a Dakar, però
"Ed è arrivato anche lì, nel frattempo. Cinque casi accertati attorno all'11-12 marzo: un italiano, un inglese e tre francesi. Ora sono oltre 50 i contagiati".

Come è stato possibile il ritorno a casa?
"Una serie di eventi fortunati. Riesco intanto a procurarmi delle medicine equivalenti a quelle che prendo attualmente. E una sera, al ristorante, trovo un impiegato dell'ambasciata. Mi suggerisce di arrivare a Roma con la Ethiopian Airlines. Devo fare il giro dell'Africa, ma è l'unica soluzione possibile. Prenoto il volo domenica 15 marzo: Dakar-Bamako (Mali), Bamako-Addis Abeba (Etiopia), infine Addis Abeba-Roma: totale 19 ore. Il giorno seguente per decreto del presidente chiude tutto in Senegal. L'aeroporto è invece stato chiuso il giorno dopo la mia partenza, non vogliono europei. Sono stato fortunato, perché altri connazionali che sarebbero dovuti partire i giorni seguenti sono rimasti bloccati e ora sono in difficoltà".

Come è stato il ritorno a casa?
"Una cosa che mi ha colpito è il mio ritorno a Fiumicino, dopo 19 ore di volo. Nessun controllo, solo la finanza che mi ha fatto riempire un modulo. E due donne delle pulizie. Nessuno che mi ha misurato la febbre, niente. Incredibile. Comunque ora sono felice di essere in Italia. Mi spiace lasciare il lavoro in Africa, ma lo riprenderemo non appena la situazione migliorerà. Putroppo il virus è arrivato anche lì, smentendo di fatto che il caldo respinge il virus, e senza adeguate strutture il continente rischia tanto. Per fare un esempio si fa fatica a trovare strutture che ti possano fare il tampone".

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