All. Casa Pia: "Noi rivelazione, io l'opposto di Mourinho. E non lo vedo ct"
Una grande sfida per il Casa Pia e per il suo tecnico Filipe Martins. Il piccolo club portoghese è decisamente la sorpresa della stagione lusitana: quinto in campionato e, al netto del Benfica in fuga, a soli sette punti dal Porto secondo in classifica. Oggi l'amichevole contro la Roma per la società di proprietà della famiglia Platek, che in Italia ha lo Spezia. Dal Portogallo, Martins rilascia una lunga intervista a Tuttomercatoweb.com.
Sia sincero: è sorpreso anche lei dal vostro clamoroso exploit?
"Per me è una sorpresa, altrettanto. Non perché non crediamo nei nostri mezzi e nelle nostre ambizioni, però ci sono anni e anni di esperienza di distanza dalle altre società. In questa stagione l'obiettivo è tenere la società in prima divisione ma l'ambizione è consolidare questa realtà. Però non posso nascondere che sono sorpreso".
L'Europa è lì a un passo.
"In questo momento ci mancano 12 punti per la salvezza, in 21 partite da giocare... L'ambizione, per noi, è chiaramente fare il massimo e salvarci il prima possibile perché poi proveremo ad arrivare il più in alto possibile".
Sogna l'Europa?
"Stiamo crescendo passo dopo passo, adesso stiamo giocando in uno stadio non di proprietà perché stiamo ingrandendo il nostro impianto. Le cose accadono e... Se dovesse accadere, non perderemo l'occasione di provarci ma ora non ci facciamo distrarre da Europa League o Conference League. E' presto per pensare al futuro, a marzo vedremo dove saremo".
Come vive questo momento di pressione?
"Quando un tecnico giovane (44 anni, ndr), raggiunge qualcosa di inatteso, è normale che ci sia attenzione. La società ha una sola presenza in Serie A e risale a 83 anni fa, è normale che che le luci si accendano anche su di me come allenatore oltre che sul club. Non lo nascondo, il mio nome non è mai stato così menzionato...".
Adesso, con noi, anche a livello internazionale
"Come tecnico di una squadra, sì. Ho fatto qualche intervista a riguardo di giocatori che ho allenato ma... Su di me, sì".
Quanto si sente simile, o diverso, da José Mourinho che oggi affronterà in amichevole?
"Amo José Mourinho ma il mio tipo di leadership è differente. Mourinho è, anche grazie alla sua esperienza, a quel che ha raggiunto in carriera, ai suoi trofei, una personalità importante. Io sono giovane, sto iniziando di fatto ma non credo che potrò mai essere mai come lui come comunicazione: lui è una persona che mi piace tantissimo anche se non è il mio riferimento. Siamo diversi, come stile di gioco e come personalità".
Chi è il suo modello?
"Una leadership alla Ancelotti: più pacata ma quando devo imporre le mie idee, quando devo arrabbiarmi, so farlo. Però solitamente sono una persona tranquilla, che sa controllare le emozioni".
Quanto è presente la famiglia Platek?
"Sento di esser parte di un gruppo. Soprattutto quando dobbiamo investire in un giocatore, sono presenti, però non sento alcun tipo di ingerenza. E' solo fiducia e libertà di farmi lavorare, anche nelle connessioni sui giocatori".
Ultima su Mourinho: crede che possa essere lui il prossimo ct?
"Non credo sia pronto a lasciare Roma. E' in un posto speciale, a breve potranno combattere per lo Scudetto e credo che sia in un grande momento della carriera. Sta facendo crescere la squadra, non credo che sia altrettanto possibile un lavoro 50-50 tra Nazionale e club. Non penso sarebbe giusto per nessuno ma a prescindere non penso sia per lui il momento di andare a guidare il Portogallo. Può fare ancora grandi cose alla Roma e lo vedo come un manager che guida i suoi giorno per giorno".