A tutto Clotet: "I nuovi Bellingham, Pepito, la frase sulla Juve, Bielsa e la mia SPAL"
Appassionato di scacchi, maestro di fútbol, globetrotter. Josep Clotet Ruiz da Igualada (Catalunya), per gli amici Pep Clotet, è tutto questo e molto altro ancora. Un tecnico giovane, classe '77, che alle sue spalle ha però un percorso in panchina iniziato a soli 20 anni alla guida del Cornellà (terza squadra di Barcellona). Sono poi arrivate le esperienze nel settore giovanile dell'Espanyol, con la vittoria del campionato Juveniles (Under 18), e all'Espanyol B, prima di un lungo viaggio professionale che l'ha visto allenare in Svezia (Malmö FF e Halmstads), Norvegia (Viking FK), Galles (Swansea), Inghilterra (Leeds United, Oxford United e Birmingham City) e infine in Italia.
La sua attualità è infatti la SPAL del nuovo presidente Joe Tacopina, che con Clotet al timone ha scelto di inaugurare un nuovo ciclo dopo averlo visto impressionare l'intera Serie B nella stagione passata. Nel giorno di SPAL-Brescia, è così proprio l'allenatore spagnolo a raccontarsi in esclusiva per TuttoMercatoWeb fra passato, presente e futuro.
Mister Clotet, partiamo dalla vittoria di Crotone di sabato scorso: può essere la chiave per trovare la giusta continuità?
"Quella di Crotone è stata una vittoria molto importante per noi, era uno scontro diretto che ci ha permesso di prolungare la nostra buona striscia fuori casa, anche se non la definirei l'unica partita chiave. Abbiamo iniziato la stagione con una squadra nuova e giovane, con l'obiettivo di costruire una mentalità differente: di squadra, metodi, cultura del lavoro... È la cosa più importante quest'anno. Durante tale processo non siamo mai condizionati da un risultato, positivo o negativo che sia, ma conta piuttosto portare avanti le nostre idee. I tre punti di Crotone, in ogni caso, sono stati molto positivi".
Il prossimo passo è la sfida odierna contro il suo passato, il Brescia. Come vive questa gara e cosa ha rappresentato per lei l'avventura con le Rondinelle?
"Il Brescia sarà sempre un club speciale per la grande esperienza e i bei momenti che abbiamo vissuto insieme. C'è stata un'unione intrinseca coi tifosi, che ci hanno aiutati insieme a tanto lavoro a ribaltare una situazione difficile e regalare alla nostra gente dei momenti felici. Sono molto contento che il lavoro della passata stagione sia servito come base per una squadra che oggi guarda in alto in classifica (terzo posto, ndr)".
Possesso palla, giovani scommesse e un calcio dal sapore internazionale: lei come definirebbe la filosofia calcistica che ha portato a Ferrara?
"Questi sono tre concetti interessanti, che per me si legano in armonia. Innanzitutto credo che un allenatore debba aiutare ogni calciatore a migliorare individualmente, correggerne gli errori e affinarne i punti di forza beneficiando il gruppo intero. Quest'aspetto è ogni giorno più importante perché i club si ritrovano in situazioni economiche che non permettono loro di comprare o mantenere i calciatori che vorrebbero, spingendoli piuttosto a tirare fuori il meglio possibile dalla loro rosa e dai loro giovani".
E il tiki-taka? Ormai nella sua Spagna è un vero e proprio marchio di fabbrica...
"Ho sempre detto che per me il possesso palla è importante solo quando serve a far male all'avversario, a essere verticali e come via per attaccare. È però imprescindibile essere capaci di gestire anche situazioni di gioco nelle quali non riesci a mantenere il possesso, ma puoi comunque controllare la partita diversamente. Il fatto di aver allenato in tanti Paesi influenza molto il mio modo di vedere il calcio, mi ha insegnato quanto conti adattarsi a un determinato contesto così come integrare in ogni nuova avventura insegnamenti e concetti appresi altrove per rendere la tua squadra completa e migliore".
Qual è il suo modello di riferimento in panchina?
"Potrei fare tanti nomi, perché fin da quando ero molto giovane a Barcellona studiavo in modo maniacale il ruolo dell'allenatore e prendevo spunti tattici da numerosi tecnici. Poi ho girato l'Europa e ho avuto altrettante ispirazioni, ma se devo citare qualcuno in particolare dico Marcelo Bielsa, l'uomo che ha avuto l'impatto più grande sul mio modo di leggere il calcio. Mi riferisco tanto al lavoro quanto al metodo".
L'estero le ha insegnato anche a non aver paura di lanciare i giovani: lo abbiamo visto con Jude Bellingham, che proprio lei ha fatto esordire a soli 16 anni a Birmingham. L'attaccante 19enne Lorenzo Colombo, attualmente in prestito dal Milan, può ripercorrerne le orme con la SPAL?
"Sono giocatori e situazioni differenti. Jude non aveva ancora esordito nel calcio professionistico quando sono arrivato al Birmingham City, aveva appena 16 anni e il suo era un caso davvero eccezionale. Mi fa felice vedere tutto ciò che sta raggiungendo col Borussia Dortmund e con la Nazionale inglese. Al contempo, Lorenzo sta facendo i suoi primi passi ed è un calciatore che può avere un grande futuro, se continuerà a lavorare così. Io e il mio staff siamo molto contenti di lavorare con lui e vogliamo cercare di aiutarlo per crescere e migliorare ancora".
Dalla gioventù all'esperienza: la sua SPAL ha da poco accolto - a sorpresa - un talento indiscusso come Pepito Rossi. Che effetto le ha fatto in questo primo periodo?
"Tutti conoscono le sue qualità, inoltre la sua grande esperienza è molto positiva per una rosa giovane come la nostra. Non avevamo aspettative di alcun tipo perché sappiamo cosa ha passato e non vogliamo mettergli alcuna pressione, ma siamo contenti di come si è inserito e di come sta lavorando perché l'intensità che richiediamo non è semplice. Siamo soddisfatti che Giuseppe abbia già trovato il gol e speriamo ovviamente che possa continuare a darci sempre di più. Per lui e per l'intera squadra, visto che abbiamo assoluto bisogno delle sue reti".
Chiosa inevitabile su quella famosa frase del presidente Tacopina, secondo il quale lei arriverà presto ad allenare un top club come Juventus, Barcellona o Real Madrid. Qual è l'ambizione di Pep Clotet?
"Per un allenatore è impossibile pensare troppo al futuro e io mi concentro molto sul presente, perché ci metto tutta la mia energia. Sono contento del progetto SPAL, dove ho la possibilità di costruire una squadra nuova, facendo crescere i giovani e ponendo le basi perché questo club possa avere sempre più ambizioni in futuro. Il mio obiettivo oggi è proseguire questo percorso con le nostre armi, raggiungendo una salvezza tranquilla e lavorando in sinergia per portare sempre più in alto la SPAL. Penso solo a questo".