Dietro le quinte del progetto Milan. Il club è in vendita? Che futuro avrà?
Voci e chiacchiere sul futuro della società. Favelle, storie e indiscrezioni. Poi quel che accade concretamente. Ovvero un Milan che sta razionalizzando gli investimenti fatti dalla precedente gestione. E lo sta facendo cedendo, snellendo il monte ingaggi. Tanti sul mercato con l'obiettivo di non fare minusvalenze e da qui la volontà di provare a vendere i giocatori a un prezzo da bilancio, dicendo di no a prestiti (come nel caso di Krzysztof Piatek). Il Milan sta al contempo sottoscrivendo contratti di breve durata, come Simon Kjaer, Asmir Begovic e pure Zlatan Ibrahimovic: sei mesi i primi due, sei con opzione di dodici il secondo. La società, però, fa sapere di essere in un periodo di organizzazione e di ristrutturazione del futuro e per questo c'è il doppio binario in corso: da una parte, la cessione di giocatori non più considerati asset utili per il mercato e per il lato tecnico. Dall'altra la contingenza di un momento che vede il Milan avere una rosa giovane e con bisogno d'esperienza ma senza sottoscrivere contratti capestro che porterebbero poi la situazione di nuovo a un punto morto a fine anno.
Gennaio di riparazione Vera e pura. La strategia di mercato è totalmente volta a questo. Riparare. Sistemare. E' l'input dato anche dalla proprietà del club, Elliott, e da qui le cessioni di Mattia Caldara, di Fabio Borini, di Pepe Reina, la volontà di far partire Ricardo Rodriguez, di ascoltare offerte per Krzysztof Piatek, Hakan Calhanoglu, Lucas Biglia che non rinnoverà. Di esser pronto a liberare Suso, Franck Kessie, Lucas Paqueta. Il conto della serva dice che se tutti questi giocatori veranno ceduti, dal monte stipendi che adesso è di poco più di 50 milioni, ne potranno essere detratti almeno ulteriori 15-20.
Il futuro della società: smentita la trattativa con LVMH Le voci e le chiacchiere intanto si rincorrono. Fonti vicine alla proprietà di Elliott confermano ulteriormente che le voci su una cessione a LVMH sono prive di fondamento. Il portavoce del gruppo, negli scorsi giorni, aveva ufficialmente smentito. "Posso smentire per l’ennesima volta qualsiasi interesse di LVMH e del suo presidente Bernard Arnault, anche a titolo personale. Non abbiamo mai pensato al Milan". Da parte di un portavoce Elliott, all'agenzia ANSA, arrivò già prima una smentita. "Elliott smentisce categoricamente le voci riguardanti l’interesse di Bernard Arnault e del gruppo LVMH ad acquisire AC Milan (“il Club”). Elliott conferma che il Club non è in vendita".
Perché le voci? L'interrogativo che si pongono i tifosi dell'AC Milan è chiaro. 'Perché le voci sulla cessione?'. Le sopracitate hanno creato fastidi perché LVMH è società quotata in borsa e negli ambienti finanziari, e questo vale anche per l'hedge fund americano, il più importante fondo attivista del mondo, le smentite hanno un valore per i mercati. La domanda ulteriore che si fanno i sostenitori rossoneri è: 'essendo un fondo, quanto tempo Elliott terrà il club?'. Come già filtrato in passato, il tempo medio di un investimento da parte di Elliott, il cui patrimonio ha superato i 39 miliardi di dollari nell'ultimo trimestre, su società in difficoltà, titoli sottoperformanti o altri asset è di 4-5 anni. Sul calcio la questione è però diversa e nello specifico del Milan che ha la proprietà della società "in seguito all’esito dell’escussione di alcune garanzie a seguito dell’inadempimento, da parte del precedente proprietario di AC Milan, delle proprie obbligazioni nei confronti di Elliott".
Il comunicato di Elliott Al momento del passaggio di consegne, l'hedge fund spiegò la sua visione. "La visione di Elliott per il Milan è chiara: creare stabilità finanziaria e di gestione; ottenere successi di lungo termine per AC Milan cominciando dalle fondamenta, assicurandosi che il club sia adeguatamente capitalizzato; e condurre un modello operativo sostenibile che rispetti le regole della UEFA sul Financial Fair Play". In quell'occasione arrivarono anche le prime e uniche parole di Paul Singer, fondatore, Co-CEO e Co-CIO di Elliott Management Corporation dichiarò nell'occasione “supporto finanziario, stabilità e una supervisione adeguata sono prerequisiti necessari per un successo sul campo e per una fan experience di livello internazionale. Elliott è impaziente di cimentarsi nella sfida di realizzare il potenziale del club e di restituirlo al pantheon dei top football club Europei al quale AC Milan appartiene di diritto. Elliott crede fermamente che vi sia l’opportunità di creare valore su AC Milan”.
Cosa ha fatto finora Elliott La spesa di Elliott per le acquisizioni di giocatori per il Milan è stata di circa 170 milioni di euro. Ammontano complessivamente a 325 milioni di euro gli investimenti di Elliott nel Milan per ripianare le perdite al bilancio consolidato del club rossonero chiuso lo scorso 30 giugno 2019. Nel corso dei mesi di luglio, agosto e settembre 2019 l’azionista di maggioranza ha effettuato ulteriori apporti di capitale per complessivi 60 milioni di euro. Non una minimizzazione dell'equity exposure ma una razionalizzazione e copertura di quello che era il buco di bilancio creato dalla precedente gestione.
Il mercato dei giovani Il proprietario del Lille, Gerard Lopez, negli scorsi giorni ha detto al Financial Times: "Elliott ha finanziato il Milan per venderlo successivamente a una terza parte. Invece ha finanziato questo club per iniziare un programma di investimento nei giocatori, creando valore, vendendone alcuni ma tenendone altri per far crescere il club, credendo nella bontà del modello di business francese". Due modelli diversi, chiaro, perché in primis Elliott è fondo del Lille e non proprietario a differenza del Milan. Da un'altra parte, però, c'è chi crede che la politica dei giovani sia solo volta al trading ma l'intenzione chiara della proprietà e l'input dato alla dirigenza è quello di ricostruire coi ragazzi. Che possano risultare capitali e asset importanti sul piano tecnico, non giocatori con cui fare trading. Il lato economico è chiaramente rilevante, soprattutto con gli attuali paletti del Financial Fair Play, ma l'intenzione del Milan, l'input dato da Gazidis ai suoi uomini mercato è quello di andare alla ricerca di altri Theo Hernandez per costruire le fondamenta del Milan del futuro, minimizzando investimenti e perdite come accaduto per giocatori di fascia di età più alta.
Il Milan è in vendita? La domanda resta dunque chiara e ben stampata nelle menti di tutti i tifosi e anche degli addetti ai lavori. Il Milan è in vendita? No. Il Milan, adesso, non è in vendita e non è all'interno di una trattativa per una cessione. Smentita la voce su LVMH, al momento non si parla di passaggio di consegne al vertice e la linea di Elliott è quella dell'agosto del 2018, ovvero quella di portare il club gradualmente alla sostenibilità e all'equilibrio. L'intenzione di Elliott è questa, chiara, e fonti vicine alla società fanno intendere che quando e se sarà il momento, non entreranno in gioco eventuali intermediari (come paventato di recente), vista la stretta relazione dell'hedge fund americano (e dell'eventuale compratore di alto livello) con gli advisor di tutto il mondo.
Conclusioni: le prospettive a medio e lungo termine Detto che una trattativa per una cessione non è dunque in corso, come da comunicati di cui sopra (non ultima la smentita via social di Antoine Arnault, figlio del numero uno di LVMH), le prospettive sono chiare. L'operazione sul nuovo stadio andrebbe a rafforzare l'asset immobiliare, elemento di forte concretezza in un bilancio societario che si basa altrimenti solo sul lato sportivo. Non è da escludere, ma non ci sono conferme a riguardo e si tratta solo di rumor per adesso, un potenziale ingresso in borsa per avere private equity. Per quanto riguarda il progetto sportivo, non può discostarsi da quello economico: razionalizzare e ridurre le perdite, cercando di evitare minusvalenze, cedendo giocatori considerati non adatti al progetto sportivo. Acquistare giocatori giovani per puntare a un progetto giustappunto graduale, che possano essere le fondamenta del Milan che verrà. Gianluigi Donnarumma, sei milioni d'ingaggio all'anno fino al 2021, sarà tra questi?