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Derby e déjà vu serviti in tre atti: lo studio, la ferita, la reazione

Derby e déjà vu serviti in tre atti: lo studio, la ferita, la reazioneTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
ieri alle 07:45Serie A
di Debora Carletti

Passate le 24 ore dal derby, si può ragionare a mente fredda sugli aspetti positivi e negativi della gara, su ciò che ha funzionato e ciò che invece non ha convinto. La partita è sembrata, se non una fotocopia, quantomeno una riproduzione molto simile a quella contro la Juventus.

Il copione si sviluppa in tre atti.
Atto I: lo studio dell’avversario. Nei primi 30 minuti, la squadra di Ranieri appare concentrata nel capire chi si trova di fronte: concede cross pericolosi e mantiene un baricentro piuttosto basso. In Lazio-Roma sono stati tre i tiri che potevano trasformarsi in gol, se non fosse stato per la prontezza e l’agilità di Mile Svilar, ancora una volta decisivo.
Il primo tentativo arriva al sesto minuto, con Romagnoli che colpisce di testa e indirizza il pallone verso l’angolo alto alla sinistra del portiere. Il secondo al 22’, quando Isaksen cerca l’incrocio dei pali con un tiro potente. Il terzo, al 36’, è ancora dello stesso Isaksen, che calcia di mancino verso il lato sinistro della porta.

Atto II: il gol. Una disattenzione di un giocatore giallorosso, oppure un calcio piazzato al limite dell’area, spalanca le porte al vantaggio avversario. A questo punto la Roma, da un atteggiamento passivo, cambia marcia e inizia a reagire.

Atto III: la riscossa. La squadra capisce che è il momento di alzare il ritmo e comincia a provarci in tutti i modi, concedendo il giusto ma scrollandosi di dosso la paura di sbagliare. Si tenta la giocata, si inventa, si crea gioco su entrambe le fasce, senza più dipendere da una corsia preferenziale.
Spesso questo atteggiamento propositivo porta alla conquista dei tre punti, altre volte invece al punto d’oro.

In questo copione, però, continua a mancare la firma di un vero centravanti nei big match. Un leader capace di incutere timore agli avversari anche solo con la sua presenza tra gli undici titolari.
Nonostante ciò, la squadra è riuscita a compattarsi, a inanellare 16 risultati utili consecutivi e a riportarsi in corsa per un posto in Europa.
Certo, qualcosa dovrà cambiare. Ma attenzione a parlare di rivoluzioni.

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