De Laurentiis a gamba tesa sulla riforma: "La A finanzia il calcio. Gravina non è il tema"
Con un comunicato attraverso il proprio sito ufficiale, e le parole del presidente Aurelio De Laurentiis, il Napoli prende posizione sul processo di riforma della Federazione che sarà discusso in assemblea straordinaria il prossimo 4 novembre a Roma. "Non tutti sanno - si legge - che la Serie A, tramite la mutualità, contribuisce al sistema federale finanziando il calcio italiano. Infatti finanzia parte dei costi della Federcalcio, della Serie B, della Lega Pro e della Lega dilettanti. E questo avviene con 120 mln annui, pari al 10 pct di tutti i suoi introiti dai diritti audiovisivi.
Inoltre, la Serie A paga oltre il 60 % delle entrate fiscali che lo Stato incassa dallo sport. Proprio per quanto sopra, il vice presidente della Camera onorevole Mulè, con un emendamento legislativo, impone una maggiore rappresentatività nella serie A rispetto al passato ed è per questo che quest’ultima richiede una autonomia piena per le decisioni relative a tutto ciò che la riguarda.
Qui Gravina non c’entra nulla, ma c'entrano le istituzioni. Leggo su alcuni organi di stampa di un mio rapporto conflittuale con il Presidente della FIGC Gabriele Gravina. Nulla di più falso. Io lotto per ottenere una Serie A florida e senza debiti, a beneficio di tutto il sistema. Aurelio De Laurentiis".
Comunicato Stampa 👇https://t.co/N0CWxpeYAk
— Official SSC Napoli (@sscnapoli) October 30, 2024
Cosa c'è dietro. De Laurentiis, che nel comunicato ha escluso qualsiasi conflitto personale con Gravina, è - insieme a Claudio Lotito - tra i più contrari alla riforma proposta dal presidente federale e depositata oggi poco prima delle 19. Resa necessaria dalla norma introdotta in estate a partire dall'emendamento Mulé, nella proposta di Gravina la riforma prevede l'autonomia alla Serie A, unica lega a mantenere il diritto d'intesa - ossia il veto - sui temi che riguardino, e una redistribuzione dei pesi elettorali e dei consiglieri federali. Nello specifico, il massimo campionato salirebbe dal 12 al 18% quanto al proprio peso elettorale e vedrebbe passare i propri consiglieri da tre a quattro, mentre la B salirebbe da uno a due e la C scenderebbe da tre a due. Qui un approfondimento: proposte e reazioni sono rimaste invariate.
Queste proposte, che hanno alte probabilità di passare nell'assemblea federale del 4 novembre a Roma, dividono la Serie A. Una parte dei club - Juventus, Inter e Atalanta in testa - le giudica positive. Un'altra fazione, guidata proprio da Lotito e De Laurentiis, ritiene che l'autonomia dovrebbe essere ampliata, concedendo alla A l'ultima parola su tutti i temi, mentre allo stato attuale alcune materie residuali rimarrebbero di competenza (sempre in termini di diritto intesa) della Figc. Inoltre, questi club chiedono che il peso politico della A aumenti ulteriormente, con cinque o sei consiglieri federali. Domani, le società di Serie A si riuniranno in assemblea e cercheranno di raggiungere una posizione comune, dopo i tentativi (andati a vuoto) del presidente Casini di trovare una mediazione con la Figc nella giornata di oggi.