D'Aversa e il cliché da smentire. Se vuole rimanere sulla panchina dell'Empoli

Tutto ruota attorno al risultato finale, dice un'antica legge non scritta che regola il mondo del calcio. E che sembra ancor più vero, assumendo pure maggiore forza, nel caso del tecnico Roberto D'Aversa e della sua permanenza futura sulla panchina dell'Empoli.
Rientrato in sella e in Serie A solo qualche mese dopo lo spiacevole episodio della testata a Henry che ha portato il Lecce a sollevarlo dall'incarico in maniera prematura, nel suo inizio di avventura a Empoli il lavoro di D'Aversa si è distinto soprattutto per la capacità di valorizzare alcuni dei singoli portati in dote dal mercato estivo. E ha visto gli azzurri rendersi protagonisti di una partenza più che discreta, che dava l'idea di non vederli troppo coinvolti nei bassifondi.
Invece dopo i primi, ottimi mesi qualcosa si è inceppato. Colpa anche dei gravi e sfortunati problemi di infermeria (si veda per esempio il grave infortunio rimediato da Pellegri proprio mentre stava iniziando a diventare un fattore), ma a molti sono tornate alla mente le ultime esperienze di D'Aversa, segnate proprio da una partenza flash e da un successivo tracollo. Stavolta però per D'Aversa c'è la chance di cambiare il proprio destino, anche perché appare certo che - fatti salvi inattesi e totali crolli - rimarrà al suo posto fino in fondo, come suggerito pure dalle ripetute difese del suo ds Gemmi. Se porterà l'Empoli alla salvezza potrà mantenere il suo ruolo, altrimenti è normale che il presidente Corsi lo sostituisca con qualcun altro, anche per resettare mentalmente in vista della B.
Percentuale di permanenza: 40%
