Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendariScommessePronostici
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliaricomoempolifiorentinagenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliparmaromatorinoudinesevenezia
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenafrosinonelatinalivornonocerinapalermoperugiapescarapordenonepotenzaregginasalernitanasampdoriasassuoloturris
Altri canali euro 2024serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta

C'è un'identità, ma il resto? Centimetri, esperienza, campioni: Italia un passo indietro

C'è un'identità, ma il resto? Centimetri, esperienza, campioni: Italia un passo indietroTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 08:38Serie A
di Raimondo De Magistris

Ha ragione Luciano Spalletti quando dice che ieri sera a San Siro gli episodi ci hanno oltremodo penalizzato. Tiri, tiri in porta, xG e grandi occasioni a fine partite hanno visto in tutti i casi l'Italia prevalere sulla Germania, seppur non di troppo. Non sono dati secondari, anzi. Sono numeri che danno una lettura oggettiva della partita, spie che hanno portato il commissario tecnico a complimentarsi con la sua squadra nonostante la sconfitta: "Siamo stati bravi a leggere la partita e i nostri calciatori hanno fatto una buona partita".
L'Italia fin dall'inizio ha capito che non poteva giocarsela sul piano del palleggio. L'ha subito consegnato alla Germania e alla fine, a conti fatti, non è stato questo a fare la differenza. Nel primo tempo la squadra di Nageslmann non ha mai impensierito Donnarumma e nella ripresa a condannarci sono state ancora una volta le palle alte. Ci ha condannato un errore di posizionamento su un cross dalla trequarti (ma perché Di Lorenzo e Bastoni si scambiavano sempre di ruolo?) e l'ennesimo subito gol da calcio piazzato. Un fondamentare su cui l'Italia difende sempre peggio...
Nel mezzo si son viste tante possibilità per l'Italia. Nel primo tempo Moise Kean ha avuto una grande occasione per raddoppiare e nella ripresa Baumann si è superato in almeno tre circostanze vanificando così anche l'assalto finale di Tonali e compagni dopo la rete dell'1-2 firmata Goretzka.

Dopo un disastroso Europeo l'Italia ha trovato una sua identità tattica. I tre difensori sono le fondamenta su cui Luciano Spalletti ha ricostruito gli azzurri, una squadra che oggi è ben diversa da quella senza capo né coda che in estate prendeva schiaffi in Germania. Eppure oggi nonostante ciò siamo qui a raccontare della seconda sconfitta consecutiva degli azzurri. Di un qualcosa che non accadeva da oltre dieci anni, dai tempi di Cesare Prandelli. Perché?

Molto è nella forza delle rivali. Francia e Germania sono due corazzate e la nostra Nazionale oggi non è su questi livelli. Anzi, ne è ancora lontana. Perché passi l'identità tattica e il gioco ritrovato, passi una squadra in crescita e che ancora crescerà. Ma poi il problema di base resta: non abbiamo né un Musiala né un Sané. Abbiamo un gruppo di ottimi giocatori ma per i campioni rivolgersi altrove. Soprattutto dalla cintola in su.

Questa poi è una Nazionale giovane: ieri l'età media dell'Italia era di 25.6 anni, quella della Germania 28.8. Una differenza che s'è vista tutta nel momento decisivo della partita quando gli azzurri hanno mostrato il braccino e i tedeschi nessuna pietà nel capitalizzare le occasioni a disposizione. Il gol dell'1-2 è arrivato dopo che l'Italia almeno un paio di volte aveva fallito il 2-1. E' arrivato sull'ennesimo calcio piazzato che patiamo e subiamo. Perché poi è anche una questione di centimetri e anche lì torniamo agli uomini. Ai singoli giocatori. A una fisicità che giocatori come Tah, Rudiger o Goretzka hanno e noi possiamo solo ammirare.

Primo piano
TMW Radio Sport
Serie A
Serie B
Serie C
Calcio femminile