Adani: "Inzaghi mi ha sorpreso, Pioli poco sopportato. Allegri? Nulla contro di lui"
Daniele Adani, ospite de Il Foglio, ha parlato dal palco dell'evento organizzato dal quotidiano a San Siro. Sono passati dieci anni dal rifiuto opposto a Roberto Mancini, che lo voleva vice all'Inter: "Non sono pentito, con Mancini siamo sempre amici. Fare calcio è molto complesso, qualcuno crede che sia semplice ma è molto più difficile. Però è ancora più complicato attecchire nella comunicazione: è una missione che mi sono dato".
Quando le è venuta questa passione per lo studio del calcio? "Parlare di calcio e cercare di vedere oltre la partita, nelle pieghe, è una cosa che mi ha appassionato anche da calciatore. Ero molto fastidioso con i miei allenatori, volevo sempre chiedere e capire perché mi facesse fare determinate cose. Ho sempre cercato di andare oltre un gesto tecnico e il risultato, volevo vedere il percorso. E, smettendo di giocare, ho sempre valutato e guardato chi faceva prima di me il mio mestiere in maniera profonda e critica, ho pensato ci potesse essere margine per offrire qualcosa di diverso".
Lo scudetto dell'Inter è meritato o troppi errori degli avversari? "È meritato, ha dimostrato di essere forte col lavoro, perché l'Inter è forte ma non nasce forte. Ha cambiato la squadra, col lavoro è arrivata a offrire uno spettacolo calcistico che io, quando mi raffronto con tanti tifosi interisti, anche persone di 50-60 anni, non ricordano un'espressione di gioco così bella. Quando giochi un determinato tipo di calcio diventa la strada migliore per arrivare al risultato".
Inzaghi l'ha sorpresa? "Sì, un po'. L'ho sempre considerato, con stima, un conservatore, anche se in accezione positiva. Cioè uno che sapeva mettere le pedine giuste al posto giusto, che sapeva ascoltare i segnali dei suoi ragazzi, ma non gli davo questa capacità di creare certe sinergie di gioco, certe alchimie e relazioni tecniche, un'offerta calcistica di questo tipo. L'Inter è unica nel panorama europeo per come fa calcio e vive la partita".
Pioli ha qualche colpa? "Parto dalla stima, credo che l'opinione di stima condivisa sia naturale. Ha costruito un lavoro, ha ottenuto successi e traguardi, ha favorito la crescita di tanti profili. Penso che lo stesso Pioli, rispondendo a questa domanda, ammetterebbe di avere delle responsabilità. Certo che sì, nella gestione e nelle scelte. Però se andiamo a mettere sulla bilancia questa stagione secondo me non è così negativa come gli stessi tifosi del Milan imputano a Pioli. La spiegazione è che tutti gli amori finiscono, oggi è poco sopportato".
Lei non ce l'ha con Allegri….
"No, assolutamente. Sono a difesa del calcio, tutto quello che faccio lo riconduco all'analisi e al rispetto. Tratto tutti allo stesso modo, se dall'altra parte ci fosse un contraddittorio di un certo tipo e invece non hai argomenti vuol dire che l'opinione forte è stata giusta".
Il catenaccio di Ancelotti ha battuto Guardiola. "No, le cose vanno analizzate. Ancelotti è un grandissimo allenatore, ma le partite vanno viste. Kovacic e Bernardo Silva hanno sbagliato i calci di rigore. Il Real Madrid, per come è forte, ha subito 60 tiri in due partite: non meritava di passare. L'analisi della prestazione deve andare oltre il risultato. Il Real è passato, vero. Ancelotti è tra i migliori allenatori di sempre, altrettanto vero. Meritava il City, su questo non ci sono dubbi".
Gli allenatori che le piacciono? "De Rossi e De Zerbi. Daniele lo conosco da anni, fui tra i primi a strappargli la promessa che sarebbe diventato allenatore della Roma. Non mi stupisco di questo, sono felice di come parla, di come pensa, di come coinvolge e delle idee che ha. Non mi stupisco. De Zerbi è un'altra cosa ancora, è fatto per vivere un livello diverso da tutti, è fatto per dividere come tutti i grandi. Io non vivo per il consenso, penso che chi lo faccia si una mediocre. Bisogna muovere le persone e rivelare qualcosa: davanti a una proposta comunicativa interessante uno si rivela com'è".
Ha fiducia nell'Italia di Spalletti?
"Sì, e faccio lo stesso pronostico che feci a Mancini. Quarti di finale. Poi abbiamo vinto, quindi lo rifaccio".