16 campi di allenamento, 2 stadi e non è finita: viaggio nell'Etihad Campus di Manchester

Quando è nato, si dice abbia preso ispirazione da Milanello. Ma l'Etihad Campus, col passare degli anni, è andato ben oltre ogni più rosea previsione di qualsiasi club italiano. Che sogna strutture all'avanguardia e guarda gli inglesi come un futuro all'apparenza irraggiungibile.

Nel 2008, chi si aggirava nei dintorni del nuovissimo Etihad Stadium, all'epoca noto solo come City of Manchester Stadium, aveva la sensazione di una cattedrale nel deserto. Sedici anni dopo, un viaggio in una avveniristica cittadella del calcio. È in quell'anno che il Manchester City - poi diventato la società guida del City Football Group, che oggi controlla almeno dodici club in giro per il mondo - acquisisce l'area abbandonata dove prima sorgeva una fabbrica di coloranti.

I progetti sono ambiziosi sin dall'inizio: nel 2011, viene presentata l'idea di un campus e iniziano i lavori. Nel 2014 City si sposta da Carrington, a est di Manchester, per allenarsi nel nuovo centro sportivo. Oggi, tutti i tesserati della società - a prescindere da età e sesso - si allenano e lavorano nella stessa area. Il principio di fondo, per guardare ancora a un'altra realtà italiana, è quello della Continassa. Stadio, sede, centro sportivo e strutture legate all'hospitality tutte nella stessa area. In grande.

L'Etihad Campus, il cui cuore al di là dello stadio è oggi la Etihad Football Academy, in funzione e in costante miglioramento da dieci anni, ospita ben sedici campi. TMW l'ha potuta visitare in occasione della partita che questa sera vedrà l'Inter impegnata contro i giocatori di Guardiola. Tutti i tesserati, da Haaland e Lauren Hemp ai ragazzi e alle ragazze delle giovanili, si allenano nella struttura, che occupa circa 30 mila metri quadrati. E ospita anche gli uffici del City Football Group, ma molto di più.

A nord-ovest della Central Training Facility si trova un'arena da 7.000 posti con la sede centrale globale e il Media Centre del club, realizzato con un design trasparente che riecheggia la natura aperta del Club alla comunità. I campi sono dedicati alle stelle del City, da Vincent Kompany a David Silva passando per Sergio Aguero. Dal 2016, il Campus ospita anche la Manchester Institute of Health & Performance, diventata un punto di riferimento per la città, un po' come accaduto in Italia col J|Hotel. I progetti in cantiere sono ancora tanti: in primavera è stata completata la Co-op Live, di fatto un secondo stadio, un'arena al chiuso da circa 23 mila posti. Nel 2026 è prevista la realizzazione di un hotel, di un nuovo store del club (oltre a quello, immenso, già presente) e di un fan park. Il tutto con l'obiettivo di arrivare a emissioni zero entro il 2030: sembra lontanissimo, è domani.

Strutture che hanno dei costi. Superano i 300 milioni di sterline - circa 330 di euro - secondo le stime più accreditate. Ma portano tanti soldi, un progetto di lungo raggio, persino posti di lavoro: si stima che il Campus abbia impiegato oltre 2.600 dipendenti, con priorità ai residenti nella zona di Manchester. Strutture che fanno sognare chi, pensando proprio al caso dell'Inter e del Milan, fatica da anni per la costruzione di un nuovo stadio. E di tutto quello che si potrebbe avere attorno.