Djalminha, molto più bello che utile. Non andò ai Mondiali per una lite con Irureta
Bello, bellissimo, a tratti rilucente. Djalma Feitosa Dias, più conosciuto come Djalminha, è stato uno dei fantasisti verdeoro per eccellenza. Numero dieci puro, sul finire degli anni novanta scrive pagine straordinarie di calcio con il Superdepor, il Deportivo La Coruna che fra gli altri poteva annoverare Roy Maakay o Fran, Flavio Conceicao oppure Valeron. Erano decisamente altri tempi per il campionato spagnolo, anche perché la Liga venne vinta in quegli anni proprio dai biancazzurri, specificatamente nel 1999-00. Non solo, anche una Copa del Rey (2001-02) e due Supercoppe spagnole, oltre ad arrivare a una storia semifinale di Champions. Nel suo palmares anche una Copa America - nel 1997 con il Brasile - un campionato austriaco e un Brasileirao nel 1992. Nel 2002 era nel giro della nazionale, ma poi non venne convocato per i Mondiali in Giappone a causa di una lite con Irureta che lo tolse dalla squadra per l'ultimo periodo della sua vita in Galizia.
La sua giocata più conosciuta era la lambreta, la bicicletta in italiano, che consiste nell'intrappolare il pallone fra i piedi per poi alzarlo sopra la testa, cercando di saltare l'uomo. In realtà Djalminha era il perfetto "più bello che utile" che Agnelli appioppò a Zidane in tempi non sospetti. Chissà cosa avrebbe pensato l'avvocato del brasiliano.
Oggi Djalminha compie 54 anni.