Spalletti, Mancini, il Pallone d'Oro, la frenesia di Palermo: Barella a 360° da Coverciano
A due giorni dalla sfida contro la Nord Macedonia, ha parlato dalla sala stampa di Coverciano il centrocampista della Nazionale Nicolò Barella. Tanti i temi affrontati con la mezzala dell'Italia: dalla sua presenza - unico italiano - nella lista dei 30 candidati alla vittoria del Pallone d'Oro, passando per l'addio di Mancini, l'arrivo di Spalletti e l'errore da non ripetere contro i macedoni. Ecco il botta e risposta integrale.
La tua prima convocazione fu proprio contro la Nord Macedonia. E ora li sfidi di nuovo essendo tra i 30 candidati al Pallone d'Oro...
"E' sempre una grande emozione essere qui. Il fatto di essere entrato in questa lista lo devo all'ultima ottima stagione, anche se non abbiamo vinto la Champions League. Quella di domani sarà una gara difficile, lo sappiamo per esperienza, ma quella di domani è un'altra partita e questo è un nuovo corso".
Se questa nuova Nazionale fosse un vino che vino sarebbe?
"Siamo in Toscana, dico Brunello... Ogni mister ha le sue caratteristiche e Spalletti ci ha dato grandissime idee e ora sta a noi interpretarle in campo. Io continuo a fare il mio calcio fatto di inserimenti, di grinta, devo provare a fare qualche gol in più. Dobbiamo essere sempre eleganti e di carattere, un po' come il Brunello..."
Questo campionato è più povero? E le tre italiane nelle finali cosa significano?
"Nelle coppe europee bisogna essere bravi e avere rose lunghe, oltre che fortunati. Ma la fortuna te la devi cercare perché non ci sono partite facili. Grandi meriti per chi è arrivato in finale, poi nel calcio come nella vita si vince e si perde. Per quanto riguarda il calcio italiano, dico che l'Arabia ha cambiato le carte in tavola e ognuno nella sua carriera prende le decisioni che vuole. Poi a fine carriera si guarderà indietro e valuterà se avrà o meno fatto bene".
Ti fa strano non avere un calciatore del Milan qui?
"Ma no, le scelte le fa il mister e io non entro in merito. Meglio prendere un'altra settimana di tranquillità e poi vederci direttamente sul campo senza accendere alcun fuoco".
Che idee vi ha dato il mister?
"Il mister ha sempre fatto giocare benissimo le sue squadre, col Napoli ha giocato il miglior calcio. Le idee non solo con la palla, ma anche nei movimenti e nella fase difensiva. Sono idee nuove anche per me, bisogna prenderle, immagazzinarle e metterle in campo".
Quello di Spalletti è un calcio più vicino a quello che si pratica nel club? Ti aspettavi Mancini lasciasse così?
"Non avevamo percepito nulla, io ho sempre pensato ad andare in campo e ho sempre pensato di fare il meglio possibile per questa Nazionale. Mancini ha creduto in me quando ero ancora a Cagliari, non posso far altro che ringraziarlo e l'Europeo ci legherà per sempre avendo per giunta giocato un bel calcio. Ora un nuovo inizio, con un allenatore altrettanto bravo ma con idee diverse... Ma non mi permetterò mai di dire chi è più bravo o meno bravo. Sicuramente c'è bisogno di tempo, ma già in questi giorni ho visto grande disponibilità da parte di tutti e cercheremo di fare il meglio da subito perché ci servono due vittorie".
Cosa ti lega al calcio italiano?
"Il fatto di essere italiano e nell'Inter, in una delle squadre più importanti del mondo".
Il percorso che hai fatto nell'Inter quanto ti può servire?
"Sicuramente la scorsa stagione è stata molto bella, abbiamo giocato contro le squadre più forti d'Europa e del mondo e questo aiuta a migliorare. E' stato uno step graduale, ma non solo nell'ultimo anno, che mi ha fatto migliorare in tante cose. Se c'è una cosa che devo ancora migliorare è il mio carattere".
TMW - Pensando alla gara di Palermo. Cosa non dovete assolutamente ripetere sabato sera?
"Parlo per me e dico che probabilmente a Palermo ho sentito troppo il peso di quella partita, tutto noi pensavamo di non meritarci di essere lì e quello ci ha condizionato tanto. Probabilmente ci fu frenesia, volevamo chiudere subito la partita perché poi tre giorni dopo c'era un'altra partita contro un'altra squadra. Ci sono stati tanti fattori... non è una giustificazione ma ci sono stati tanti fattori che ci hanno condizionato e ci hanno fatto perdere la lucidità".
Cosa ti ha colpito di Spalletti?
"Interpreta il lavoro in modo diverso rispetto a Mancini, ma non voglio parlare delle differenze tra i due. Parlo di come è Spalletti e con me è stato subito onesto, mi ha criticato e fatto i complimenti, ha parlato in maniera schietta e questa cosa l'ho apprezzata molto".
Sei l'unico italiano nella lista dei 30. Che responsabilità è?
"No, nessuna responsabilità. Io sono orgoglioso di rappresentare l'Italia in questa lista e sicuramente qualche altro italiano poteva esserci... Ma posso solo dire di essere orgoglioso e ringrazio tutti coloro che quest'anno, per la seconda volta in tre anni, mi hanno permesso di essere in questa lista".
Chi lo vince?
"Non lo so... Forse quest'anno dopo tanti anni è un po' più combattuta la questione".
Potresti evolverti come hanno fatto Perrrotta e Nainggolan nella Roma di Spalletti?
"Sì, con Inzaghi all'Inter ho fatto di più il ruolo di incursore e se il mister mi chiederà di fare questo sarò felice di dargli una mano".