La polemica sull'abolizione del Decreto Crescita è il solito modo per spendere tutto e subito (e pensarci domani). Se uno vuole prendere il campione lo fa ugualmente, solo pagherà di più e avrà più responsabilità
"Bella e grande fesseria che è stata fatta, vedranno che cavolo di errore è stato fatto, non va bene così anche perché lo Stato non incassa i soldi, se tu hai uno straniero che paga le tasse in Italia sarà meglio di uno che non viene e non le paga no? Voglio vedere chi viene adesso, grande idea...". Così Claudio Lotito ha commentato l'abolizione del Decreto Crescita. Un'abolizione che era già stata messa in cantiere e che sarebbe però valsa da fine febbraio invece che da fine dicembre. "Problemi con la Lazio? Assolutamente no, la Lazio ha i suoi contratti, ma non è tanto quello il tema, il vero problema è che alcune società questo tipo di situazione le va a distruggere e in mezzo ci sono grandi club come il Milan, la Juve e anche la Roma".
Lotito mente sapendo di mentire, per vari motivi. Perché il Decreto Crescita non è retroattivo, quindi non toccherà i contratti fatti fino al 31 dicembre del 2023. Quest'anno la Lazio ha speso praticamente solo all'estero con Castellanos, Kamada, Guendouzi e Isaksen, mentre sono arrivati Pellegrini e Rovella in prestito (biennale) con obbligo di riscatto, così da spalmare su altri esercizi la spesa. La realtà è che i biancocelesti attingono a piene mani da quello che è il Decreto Crescita. E magari Lotito avrebbe voluto prendere altri giocatori dall'estero dopo il passaggio del turno in Champions League. Invece, per dirne una, la Roma non prenderà nessuno perché non ha budget e avrà la necessità di un prestito - se Bonucci salterà come pare - mentre la Juventus farà solo soluzioni tampone fra attaccante e centrocampista. Dovesse arrivare un grande colpo alla Sudakov non sarà il problema dell'ingaggio, semmai del prezzo d'acquisto.
Ecco, il Milan sarà lambito. Ma se dovesse prendere Guirassy invece che spendere 7,5 milioni ne spenderà 9,5 all'anno, sempre che sia confermata la richiesta di ingaggio da 5 netti a stagione. Quindi la proroga per due mesi probabilmente colpirebbe un solo club dei primi tre, più la Lazio e magari l'Atalanta (alla ricerca di un difensore) e forse la Fiorentina, ma questo sarebbe da vedere. Poi certo, da giugno in avanti sarà un danno, ma è chiaro che le parole di Lotito sono strumentali.
Meno quelle di Beppe Marotta. "Nel momento in cui il calcio italiano sta risalendo la china nel ranking, dove tre squadre l'anno scorso hanno disputato le finali europee, e che due club saranno al Mondiale per Club, l'abolizione del Decreto Crescita è un autogol per il mondo del calcio e per l'economia del Paese. L'agevolazione fiscale rappresentava uno strumento per facilitare l'ingresso in Italia di giocatori di chiaro interesse, adesso è un handicap, e il danno prodotto sarà irrimediabile, anche per l'indotto che il calcio riesce a produrre". Si può dire anche prendere per buone le parole dell'amministratore delegato interista, che però stridono irrimediabilmente con quanto dichiarato da Roberto Samaden, ex responsabile del settore giovanile interista, che spiega come quasi tutti i prodotti dell'Inter Primavera poi non siano mai stati valorizzati. Il grande campione lo compri comunque, se ti serve davvero, mentre ci saranno più remore sul terzo panchinaro o sul ventesimo membro della rosa. In soldoni: Klaassen non lo prendi perché ti conviene economicamente con l'esborso economico sull'ingaggio e magari ti tieni Sensi. O Fabbian. Impatto sulla società? Così così.
Le nostre società non hanno ancora capito che non si può spendere tutto e subito, pensandoci poi un domani. Vivere la vita da allegre cicale perché arriverà Pantalone prima o poi a ripianare. I dirigenti avranno più responsabilità perché non potranno avere venti giocatori tutti competitivi sin da subito e dovranno azzardare. La Lazio non ha mai un giocatore proveniente dal settore giovanile, la Juventus ora lo sta facendo con l'Under23 e ha una decrescita felice. Il Milan sta ricominciando a trovare un equilibrio da quando ha dato un freno ai costi - pur fra altri e bassi - e il Napoli ha vinto uno Scudetto quando sono andati via Mertens, Insigne e Koulibaly.
Non è un caso se Agnelli è passato dal dominare in Italia all'allontanamento dopo avere preso Cristiano Ronaldo. È come volere acquistare una Ferrari e avere uno stipendio da dirigente. Buono, certo, ma ti puoi permettere una Corvette o una Mustang. E poi comprare, non contento, pure quelle. La Premier può spendere più di noi perché ha avuto negli anni un'idea di calcio sostenibile per tutte e venti le sue squadre, non solo per Juventus, Milan, Inter o Roma. La decrescita nel calcio ci dev'essere, con buona pace dei tifosi: se poi ti fischiano perché vuoi vendere Skriniar, ti ricorderai come è andata a finire e potrai anche sorridere.