Juve: Pirlo vuole Giroud, però il rinforzo è un altro. Milan: la scelta Simakan e il nodo Donnarumma. Ma Pioli ha un solo vero “comandamento”. Inter: la quarta punta (occhio a Eder) e il futuro di Eriksen
Lavezzi all’Inter. Baselli al Milan. Di Natale alla Juve. Queste sono solo alcune delle primizie che potrete leggere nel primo, strabiliante, incredibile, editoriale di apertura del mercato invernale 2021 (il modificatore cambia sempre “invernale” in “infernale” e un motivo ci sarà).
Partiamo dalle priorità, che sono sempre le stesse ma, oh, non entrano nelle capocce di troppi: non ci sono quattrini. Ma mica per questo o quel club, per tutti. Il Real Madrid, per dire, non farà mercato (il Real Madrid…). Per questo è inutile parlare di giocatori da 50 milioni o, meglio, prendeteci sul serio solo se vi diciamo cose come “questo va di qua in cambio di quell’altro che va di là e son tutti felici”. Alternative al baratto non ce ne sono, a meno che non crediate alla fiabe. Gli stipendi, per dire: una tonnellata di club è indietro di mesi con i pagamenti del conquibus e, quindi, piuttosto che comprare cercherà di fare il possibile per abbassare il proprio monte ingaggi (impresa titanica, tra l’altro).
Fine della predica.
E’ stata la domenica delle dieci partite tutte assieme: che spettacolo. Ben lo sappiamo che le tv hanno la priorità e questa cosa ri-capiterà raramente (domani!), ma il giorno di festa alla vecchia maniera, condito da 33 gol e 7 match in contemporanea, ci ha fatto godere non poco.
E ora sotto col bla bla.
La Juve cerca una punta. Ce lo ha detto lo stesso Pirlo. Ci ha fatto anche il nome: Giroud (che tra l’altro non intende muoversi da Londra). Noi, francamente, strabuzziamo gli occhi. Cioè, sì, è vero, il vice Morata non c’è, ma c’è talmente tanto materiale “là davanti” che pensare di andare a prendere un altro attaccante, ben sapendo di avere già un accordo di massima con Milik per giugno, sembra quantomeno azzardato. O, meglio, certifica la maxima attenzione del tecnico alla fase offensiva a discapito di quella difensiva; e va bene quando giochi contro squadre non così organizzate, ma diventa un problema se affronti avversarie minimamente capaci. Difendere nell’area avversaria è un azzardo che si può permettere una rosa composta da centrocampisti fenomenali e, forse, neanche quella.
Poi, certo, con Ronaldo (strepitoso l’altra sera) è tutto più semplice, ma dipendere solo dalle giornate “in” del tuo campione, per quanto frequenti, alla lunga può essere fatale. Per intenderci, alla Juve in questo momento servirebbe un Kessiè più di ogni altra cosa, ma chi ce l’ha - giustamente - se lo tiene strettissimo.
Fare i complimenti al Milan è diventato quasi stucchevole. Chi ha gli occhi “sa”, chi sminuisce, semplicemente, teme il Diavolo. Ecco, i rossoneri più degli altri hanno bisogno di un paio di rinforzi, perché sarebbe sciocco non provare ad alimentare il sogno scudetto ma… senza esagerare (per Simakan in difesa ci siamo quasi, con Zaccagni si proverà a giugno, il vice-Ibra, invece, salvo sorprese si chiama Leao).
Anche in questo caso l’atteggiamento di Pioli è esemplare: prenderemo quel che si potrà prendere, ma va già bene così. E uno pensa: lo dice ma non ci crede. Poi guardi quello che succede in campo e ti rendi conto che ogni cosa ha una logica. Tutti (o quasi) rendono più di quello che valgono. Nessuno ha paura. In caso di difficoltà (vedi espulsione di Tonali) non c’è problema, ci si ricompatta e buonanotte. Il qui presente ha sempre pensato che l’unico vero obiettivo dei figliocci di Maldini fosse qualificarsi alla prossima Champions: il margine accumulato fin qui sul quinto posto non garantisce ancora nulla, ma dice già molto. E questo - badate bene - a prescindere da quel che accadrà domani con la Juve.
Menzioni speciali: Kessiè, più lo fai correre meno è stanco, una specie di Omino Duracell: impressionante. E poi Calabria, cresciuto a dismisura quanto a costanza. Il neo? I contratti di Donnarumma e Calhanoglu, due degli imprescindibili. I rinnovi arriveranno, anticipare sarebbe un buon modo per dare ulteriore benzina a tutto il gruppo.
Ps. Uno dei problemi più seri del calcio è lo strapotere lasciato nelle mani degli agenti e la totale impotenza dei club nei confronti degli stessi. Donnarumma, per dire, resterà certamente al Milan, ma oggi, di fatto, è di Raiola.
L’Inter ne ha vinte 8 di fila. Ora, ditemi voi se si può rompere le balle a Conte. No, non si può e neppure se lo merita. E fa niente se il Crotone ne ha fatti due, fa niente se Vidal si sta rivelando più un problema che un vantaggio, la squadra ha talmente tanta “forza d’urto” da non temere (quasi) nessuno. E, “la squadra” e quella con Sensi in campo, l’uomo che più di tutti ha caratterizzato l’era-Conte. Con lui in campo i nerazzurri hanno quel pizzico di fantasia in più che a un certo livello diventa indispensabile. Avrebbe potuto darlo anche Eriksen, ma al danese - a differenza di Vidal, va detto - tutta questa fiducia non è stata concessa.
Ecco, Eriksen. Dalla sua cessione dipendono nuovi ingressi e ulteriori movimenti. La priorità per Conte è un centrocampista “alla Kessiè” (sì, anche per lui), De Paul è già stato promosso ma salvo miracoli arriverà a giugno. E Vecino? Prenderà il posto di Nainggolan, a meno che non arrivino improbabili offerte. Infine, la punta. Con Lukaku costretto al riposo (sì, ogni tanto gli acciacchi toccano pure a lui) e Sanchez perennemente “a rischio” serve un innesto d’esperienza, uno “alla Gervinho”, che è facile da dire e molto meno da realizzare. E allora torna di moda l'operazione "fatta in casa": Eder di ritorno dalla Cina. Fa sognare i tifosi? No. È un serio professionista? Sì. Può essere una buona scelta per far respirare i titolari? Ottima domanda...
Morale, cercano tutti la punta “scafata”. Anche Pellè rientra nel lotto. Ecco, l’ex azzurro. Son tutti lì a prenderlo per il culo e, sì, è vero, Van Basten era un’altra cosa, ma questo qui negli ultimi 4 anni ha guadagnato 1800 euro all’ora (ogni singola ora) e ora potrebbe finire in una big di Serie A a “svernare”. Francamente i pirla sono altri, suvvia.