Kane racconta: "Tirare un rigore è stressante, ecco come cerco di togliere la pressione"
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A 31 anni, Harry Kane ha segnato oltre 400 gol tra club e Nazionale inglese ed è come se stesse vivendo una nuova giovinezza da quando è passato dal Tottenham al Bayern Monaco nel 2023. Prima dell'inizio della fase a eliminazione diretta della UEFA Champions League contro il Celtic, ha parlato ai microfoni di UEFA.com per descrivere il suo stile di gioco, la natura da rapace d'area di rigore, le abilità su rigore e non solo.
Prime parole: "Mi vedo come un numero 9, ovviamente, essendo un finalizzatore prima di tutto. Ma mi piace anche essere coinvolto nel gioco molto più di quanto forse facciano altri. Mi piace scendere più indietro e partecipare alla costruzione del gioco, mi piace essere in grado di tenere il pallone quando la squadra è sotto pressione. Un attaccante viene giudicato per i gol e per quanti ne segna, ma penso che sia importante, quando non segna, portare comunque un impatto alla squadra, e questo è quello che cerco di fare, sia con che senza il pallone. Molto del lavoro che facciamo nel pressing alto inizia da noi, inizia da me come centravanti".
La sua tendenza ad abbassarsi.
"Quando giocavo nelle giovanili, ho giocato molto a centrocampo. Ho giocato come centrocampista difensivo, come numero 8, come '10'. Questo mi ha aiutato a diventare più consapevole dei miei compagni di squadra intorno a me. Poi, con l’età, sono diventato più un numero 9 perché ero bravo a segnare gol e a fare i movimenti giusti".
Istinto da goleador?
"Mettere la palla in rete è sempre stato qualcosa che riuscivo a fare. Ma poi, quando sono entrato nell'età adolescenziale, ho lavorato tanto su tutti i tipi di conclusioni, perché ho capito che in una partita non sempre si ha l'occasione di fare il gol perfetto. Quindi, lavorare sul destro, sul sinistro, sui colpi di testa, sui calci di punizione, sui rigori, su qualsiasi cosa. Se hai più diversità possibile, essere in grado di andare a sinistra o a destra quando sei uno contro uno in area, essere una minaccia sui colpi di testa... penso che tutto ciò migliori il tuo gioco e ti renda ancora più difficile da fermare".
La tecnica del battere i rigori.
"Tirare un rigore è stressante e si sentono i nervi, ma cerco di togliere la pressione preparandomi bene. Una volta che ho il pallone sul dischetto non penso ad altro se non alla mia preparazione. Mi concentro semplicemente sul mettere giù il pallone, sui miei passi, sulla mia routine, e poi, prima che tu te ne accorga, si tratta solo di esecuzione. Ci sono stati momenti in cui non l'ho eseguito bene e ho sbagliato dei penalty. Ovviamente devi accettarlo. Ma se ho fatto la preparazione che voglio e mi alleno come voglio, so che segnerò più rigori di quanti ne sbaglierò, e questo mi dà fiducia ogni volta che ne tiro uno".
La chiave della forza mentale...
"Giochi molte partite nel corso degli anni, non hai molto tempo per riflettere su nulla. Quindi ci saranno alti e bassi, devi accettare che ci saranno momenti in cui non ti sentirai così bene mentalmente come in altri momenti, ma è solo una questione di cercare di ricordare tutto il duro lavoro che hai fatto per arrivare fin qui. È un sogno giocare a calcio per vivere e giocare davanti a migliaia di tifosi ogni settimana negli stadi. È un ambiente difficile quando le cose non vanno bene, quando perdi delle partite, ma penso che sia in quei momenti che i veri caratteri e leader si facciano vedere, mostrando la loro vera natura. È importante non cambiare chi sei, indipendentemente dal momento, non essere troppo esaltato né troppo abbattuto. È solo una questione di restare concentrati su ciò che puoi fare e cercare di migliorare, aiutando la squadra, ed è quello che cerco di fare".
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