Okoye indagato per un giallo, avv Presilla: "Vietare alcune scommesse non serve"
La vicenda di Maduka Okoye, indagato perché secondo gli inquirenti avrebbe scommesso su una sua ammonizione in Lazio-Udinese dello scorso campionato, fa tornare d'attualità il tema del calcioscommesse. Il portiere nigeriano, sul quale ha aperto un'indagine anche la Procura Figc oltre a quella di Udine, rischia 4 anni di squalifica: a differenza di Fagioli e Tonali, avrebbe infatti puntato su una partita che lo coinvolgeva direttamente, a patto ovviamente che il comportamento sia giudicato provato
A Tuttosport ne ha parlato l'avvocato Marcello Presilla, responsabile Integrity per l'Italia di Sportradar, che da anni affianca le leghe italiane nel monitoraggio sul betting: "Non entro nel caso specifico, ma sono episodi che si ripropongono ciclicamente e non dobbiamo sorprenderci né drammatizzare. Vale per l'Italia, ma anche in altri grandi campionati d'Europa ci sono procedimenti aperti".
Dalle ammonizioni in giù, oggi si può scommettere su tutto: non aumenta il rischio?
"I mercati delle scommesse sono globali. Se in Italia fosse vietato, lo farebbero altri operatori esteri non autorizzati: se lei va al supermercato e non trova la pasta, la cercherà altrove. Con le scommesse funziona allo stesso modo: si finirebbe su siti illegali. Comunque, i bookmaker sono i primi a voler contrastare le frodi e le soglie sono tarate diversamente, considerando che su queste puntate la raccolta è inferiore".
Sui siti illegali, però, si commette reato.
"Sì, punito con sanzioni che non spaventano nessuno. Aggiungo: non abbiamo neanche accesso ai dati dei siti illegali, quindi nessun monitoraggio. Vietare è sempre pericoloso: accieca la capacità di intervento. Nessuno può andare in Cina o nelle Filippine a chiudere un sito di betting".