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Claudio Gentile: "Cassano non si mai scusato con me. Mai avuto un procuratore... "

Claudio Gentile: "Cassano non si mai scusato con me. Mai avuto un procuratore... "TUTTO mercato WEB
sabato 7 dicembre 2024, 02:00Altre Notizie
di Redazione TMW
fonte Avvenire.it

"La mia vita è fatta di primati sempre un po’ particolari.
Nessuno ad esempio ha mai scritto che in quella Nazionale campione del mondo dell’82 ero l’unico meridionale titolare.
Così come penso di essere stato l’unico selezionatore al mondo mandato via per aver ottenuto dei risultati, per giunta storici e da allora mai più raggiunti. Troppo no?
Alla Nazionale di Lippi campione del Mondo la mia Under 21 diede ben sei giocatori.
Parliamo di De Rossi, Gilardino, Amelia, Iaquinta, Zaccardo e Barzagli.

Con questi ragazzi avevamo costruito una squadra capace, sia in qualificazione che nella fase finale, di mostrare il miglior attacco e la migliore difesa.
Ma evidentemente non era sufficiente e per qualcuno al quale non stavo simpatico sarà stato un motivo in più per dirmi arrivederci e grazie.
Dopo il 2006 nessuno mi ha cercato e io non sono andato a bussare alla porta di nessuno.
I club, quellì si tanti mi hanno contattato, dall’Argentina, dalla Grecia, dal Portogallo, dall’Africa…
Ma ho sempre declinato l’offerta per un motivo semplice, perché, mi chiedevo e mi chiedo ancora adesso, non posso allenare nel mio Paese?
Non ho mai avuto un procuratore neppure quando ero calciatore.
Molti di loro poi ritengo che non siano persone che lavorano per il bene del calcio.
Mi ricordo ancora quando ero ct dell’Under 21, quanti di questi signori provavano a sponsorizzarmi il loro pupillo…
Ma con me sbattevano male, io ho sempre chiamato solo ed esclusivamente i più meritevoli.
E infatti i risultati mi hanno dato ragione.
Poi, che io sia uno scomodo e che evidentemente non sto simpatico a chi gestisce il “potere”, questo è un altro discorso.
Ma sono fiero di provenire dalla migliore scuola calcistica degli anni -70-‘80.
Quella del n. 1 al mondo degli allenatori, Giovanni Trapattoni.
Con il Trap tanto dialogo proficuo e poi mi ha insegnato a giocare da terzino destro e sinistro.
Un anno alla Juve mi ha fatto fare anche lo stopper.
Finito l’allenamento, lui lanciava e io dovevo stoppare il pallone e crossare, una volta di destro, una volta col mancino…
Il periodo che ho trascorso con il Trap come vice della Nazionale ho imparato tutto quello che c’era da imparare, e specie sul piano motivazionale mi è servito tantissimo.

Spesso mi chiedono se Cassano si sia mai scusato con me dopo i dissapori durante il periodo dell'Under 21 e dopo avermi dato dello 'strappatore di maglie', la risposta è no, e ormai non mi interessano neanche più le sue scuse.
Tengo a precisare che non lo convocai perché sul piano professionale e comportamentale non lo ritenevo all’altezza degli altri.
Ricordo che la stampa allora mi inondò di critiche, ma alla fine abbiamo vinto l’Europeo anche senza Cassano.
Quanto a quelle frasi, forse gli avranno riportato della classifica uscita dopo il Mundial dell’82 in cui il mio nome figurava tra i primi “4-5 killer” difensivi del mondo…
Anche a me continua a sfuggire il senso di una simile graduatoria: l’unica espulsione rimediata in carriera fu per un fallo di mano da ultimo uomo. Io mi ricordo solo di aver marcato con la massima lealtà tutti i più forti attaccanti del mondo e senza farli mai segnare. Maradona, povero, non può più testimoniare, ma Zico, Kempes e tutti quelli che hanno giocato contro di me penso che confermeranno…
Oggi troppi difensori stranieri tolgono spazio e possibilità ai difensori nati e cresciuti in Italia.
Al tempo stesso dobbiamo rispettare le scelte meramente economiche che fanno le società italiane che investono su ragazzi che arrivano da altri campionati e che gli portano dei risultati, sia in campo che sul piano finanziario. Il calcio moderno è questo, prendere o lasciare".
CLAUDIO GENTILE
Fonte: 'Avvenire'

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