Antonioli: "Si abusa del portiere che gioca coi piedi, a volte se ne potrebbe fare a meno"
(ANSA) - ROMA, 15 LUG - "Quel cambio fu epocale: nei settori giovanili non ti insegnavano a prendere il passaggio indietro con i piedi, ma avevo giocato al Milan con i difensori migliori al mondo e di trattenere la palla con le mani non è che ci fosse troppo bisogno: per questo, quando fui il primo ad affrontare la nuova regola, mi trovai tutto sommato bene". Francesco Antonioli fra i tanti ricordi positivi della propria carriera ha anche quello di esser stato il primo portiere italiano a dover giocare con la nuova regola Fifa, entrata in vigore esattamente 30 anni fa, che vietava di bloccare con le mani il passaggio indietro all'estremo difensore. Una norma decisa per evitare le eccessive perdite di tempo che, a Italia '90, toccarono vette mai raggiunte prima, e per favorire lo scorrere del gioco. Così, Antonioli all'esordio dell'Italia olimpica contro gli Usa a Barcellona '92, il 24 luglio, poche ore dopo l'entrata in vigore della regola, pagò il conto di quell'indirizzo, ma per un altro errore, molto più veniale: sul 2-0 per gli azzurri, dopo una parata tenne il pallone tra le mani un secondo in piu' del consentito e l'arbitro fischio' punizione a due in area, con un fiscalismo figlio della nuova filosofia. "Di quell'episodio francamente non ricordo molto, anche perché sono passati 30 anni", dice Antonioli al telefono con l'ANSA -. Io i piedi li sapevo usare, mi sono trovato bene con la nuova regola - racconta Antonioli - al punto che vinsi due scudetti: due con...
le mani, nel Milan, e uno con i... piedi, nella Roma. Adesso forse un po' si esagera a far giocare i portieri con i piedi, a volte se ne potrebbe fare a meno. Il portiere spesso fa quello che gli dice l'allenatore". (ANSA).