Andrea Scanzi: "Non mollare, Beppegol!"
Qualche giorno fa ho visto il documentario Sky dedicato a Beppe Signori. Mi ha fatto bene e mi ha fatto male. Bene, perché ho rivisto tutto il suo talento e rivissuto certi momenti indimenticabili (compreso Usa 94, quando fece l'errore sportivo della vita nel non accettare di giocare - benché fuori ruolo - in semifinale e finale). Signori era davvero fortissimo, soprattutto con Foggia, Lazio e Bologna.
Ma il documentario fa davvero male, ed è un male che è "giusto" provare, perché rubare dieci anni a una persona per un foglio di carta trovato nei jeans è allucinante. Signori, dal 2011 al 2021, fu ritenuto da pm e larga parte della stampa il capo di un'associazione a delinquere che vendeva le partite. Era il volto più noto e per questo fu sbattuto in prima pagina come grande burattinaio. Gli fecero terra bruciata attorno: zero contratti, porte in faccia, depressione, un’embolia polmonare due anni fa che per poco non lo porta via.
Alla base delle accuse, un incontro equivoco - il 15 marzo 2011 - nello studio dei suoi commercialisti con dei personaggi già (giustamente) attenzionati all'epoca dagli inquirenti. In quell'incontro, a Signori proposero di anticipare dei soldi per convincere dei giocatori a vendere alcune partite. Rifiutò. A quel punto gli scommettitori gli dissero come operavano, dettandogli il loro "modus operandi": Signori, con una ingenuità da Guinness dei primati, scrisse su un foglio le loro regole. Poi si salutarono. Mise quel foglio nella tasca dei jeans. La moglie, quando lavò i jeans, mise quel foglio in una svuotatasche insieme a chiavi e monete. Quel foglio restò lì, dimenticato e mai usato, fino a giugno, quando venne trovato durante la perquisizione. Fu l'inizio dell'incubo durato dieci anni: il foglio divenne "il papello di Signori" e per quel foglio (mai usato né messo in pratica) Signori è entrato in un incubo durato dieci anni.
Nelle intercettazioni non c'è nulla su di lui, negli interrogatori (e a lui lo hanno interrogato solo una volta, lasciandolo poi marcire nel terrore per anni) non c'è nulla. Un incubo kafkiano. Signori ha sempre rifiutato patteggiamenti (e ci credo!) e prescrizione (ma una è scattata "in automatico" a fine 2020 per la parte processuale riguardante l'accusa di associazione a delinquere). Per tutte le altre accuse - ovvero le singole partite vendute - è stato assolto (dieci anni dopo!) non per insufficienza di prove o altro: perché "il fatto non sussiste". Su Signori non c'era niente e Signori non ha fatto niente. Ma ci hanno messo dieci anni per dirglielo, e negli ultimi anni è stato difeso (con grande efficacia) da un'amica avvocatessa che ha lavorato per lui gratis: Beppe non aveva più soldi per pagarla. Era stato isolato da tutti.
Del documentario, dove sfilano tutti i suoi amici e colleghi storici, mi ha colpito anzitutto lo sguardo di Signori: spento, svuotato, stremato. Uno sguardo che mi ha pericolosamente ricordato quello del Pantani post-Madonna di Campiglio. Non conosco personalmente Signori, ma vorrei conoscerlo. E intanto lo abbraccio forte: ha patito le pene dell'inferno per nulla, e questo è semplicemente orrendo e inaccettabile.
Non mollare, Beppegol!