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Aldo Agroppi, il ricordo di Claudio Nassi

Aldo Agroppi, il ricordo di Claudio NassiTUTTO mercato WEB
© foto di Andrea Pasquinucci
Oggi alle 05:04Altre Notizie
di Redazione TMW
fonte Claudio Nassi

L'ho visto nascere. Uno abitava a Piombino in Via Pisa, l'altro in Via Portovecchio.
Si allenava con Badiani, Lancioni e Maletta, sotto le cure di Emo Capanna, un secondo padre. Era lento. Lo seguivo nel peregrinare dal Torino al Genoa, alla Ternana e al Potenza. Ussello non lo vedeva, al contrario del Dottor Lievore.
Lavoravo a Tuttosport. Ero dai miei. Il Potenza giocava a Livorno. Tutti parlavano della squadra del Presidente Ferri. Avevano ragione. Fu una bella partita, con i ragazzi di Mancinelli a farla da padrone.
Aldo impressionò e il giorno dopo gli dissi che era pronto per la Serie A. Non aveva sbagliato un pallone, corso per 90' e servito i compagni anche con l'esterno destro. Particolare non di poco conto. Suggerii di andare a parlare con Fabbri e di chiedere di rimanere in prova fino a ottobre. Bonetto l'aveva promesso al Modena.
Andava a sostituire Corni. Fabbri, impressionato, chiese di fargli il contratto e arrivò la Serie A.

Dopo Torino Perugia, poi allenatore del settore giovanile, Pescara, Pisa, promosso in A, ancora Perugia e Fiorentina. Non volevo lavorare nelle società. Cominciai a fare il procuratore con la AIM, primi in Europa, ma, quando Aldo disse al figlio del Presidente Ghini che sarebbe tornato solo con Nassi D.S., ripresi la vecchia strada.
Avevo lavorato con Riccomini, altro concittadino.
A questi si era unito Piaceri, uno di Camaiore, insieme a Torino. Chiamava un piombinese. Si univa Piaceri. Impossibile dire di no. Quando, dopo il no di Trapattoni e Bagnoli, parlai al Conte Pontello di uno che non avrei pensato così bravo, lo volle conoscere. Fu un colpo di fulmine. Alla Fiorentina quarto posto, semifinale di Coppa Italia e squadra pronta a competere a tutti i livelli, dopo le cessioni di Massaro e Galli al Milan e Passarella all'Inter e gli acquisti di Van Basten, Kieft, Diaz, Di Chiara, Falcao a costo zero, con Baggio da recuperare. Poi successe l'incredibile.

Di Aldo non dimentico quando Passarella arrivò tardi al raduno e fu rimandato a casa. Né ciò che gli disse a Bergamo dopo 45' vergognosi. Finì 1-0 per i viola, con gol di Passarella. Il primo a chiamarlo come tornava in Italia. Così Gentile, che pensava di non giocare perché ex juventino. Quando cominciò ad allenare, Claudio si scusò.
Era un legno storto, ma sapeva correggersi. Mancini, un nemico fino a quando non seppe della figlia; come Lippi, quando conobbe i suoi problemi.
Aiutava chi ne aveva bisogno. Ha detto sempre quello che pensava, pagando il prezzo come con Matarrese, nella seconda presenza alla Fiorentina.

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