6 giugno 2000, Batistuta si prende la maglia numero 18 della Roma. "Qui si pensa in grande"
Il 6 giugno del 2000, all'Olimpico di Roma, non si gioca una partita. Anche se si presentano in quindicimila al primo giorno romanista di Gabriel Omar Batistuta. Batigol, l'idolo della Fiorentina, era stato appena acquistato da Franco Sensi per la sua Roma. Una risposta allo Scudetto della Lazio, conquistato nell'anno del Giubileo. Un segnale chiaro, fortissimo, perché la Curva Sud è affollata per vedere l'argentino. Le aspettative schiacciano tutti, anche se in panchina c'è un maestro come Fabio Capello. Insomma, dopo la Lazio dovrebbe essere il turno della Roma. Capiterà dodici mesi dopo, contro il Parma, per chiudere una stagione pazzesca.
"Macché responsabilità, qui ti viene solo voglia di giocare e di vincere". Le prime parole del centravanti che ha appena lasciato casa sua, quella Firenze che lo aveva eretto a simbolo delle stagioni di Cecchi Gori. Lo stesso giorno, Sensi parla ai microfoni: "Scudetto meritato, quello della Lazio, ma a Perugia è accaduto qualcosa di strano. No, non è uno scudetto vinto dal palazzo, ma in futuro il campionato dovrà essere diverso. Nizzola non c' entra, lui è un bravo presidente. Ma ci vorrà una authority sopra le parti per dirigere questo organismo arbitrale affinché il campionato sia corretto. Se fosse già esistito, la partita di Perugia sarebbe stata rinviata". Le polemiche sono nate con il calcio, insomma.
"Ho scelto la Roma perché pensa in grande", nella prima intervista. "Guadagnavo bene già a Firenze, non è stato l' interesse la molla che ha mosso il mio comportamento. Ho scelto Roma perché mi ha convinto il programma del presidente e la voglia che c'è di vincere. Si pensa in grande e mi attira l' idea di contribuirvi. Scudetto? Le possibilità sono molte. L' anno scorso la squadra ha lottato per questo obiettivo per tre quarti di stagione. Poi ha avuto un calo. Ora ha le carte in regola per partire alla pari. L' Inter? Sono venuti in tanti, c' era anche la Lazio. Ma la Roma, ripeto, mi ha mostrato i migliori programmi". Prende la maglia diciotto, lasciando la 9 a Montella.