30 dicembre 1989: malore per Lionello Manfredonia e la nottata di Cabrini
E’ quasi Capodanno e fervono i preparativi .
Ma ognuno lo passa come vuole. Il pomeriggio di quel 30 dicembre 1989, Antonio Cabrini (ora al Bologna) gioca la solita partita di serie A, un Bologna-Roma freddo, freddissimo.
Dopo pochi minuti, la partita cambia brutalmente, ma niente gol o rigori : dall’altra parte del campo e con un’altra maglia, il suo amico Lionello Manfredonia (33 anni) diventa pallido, barcolla. Poi sviene.
E l’ambulanza se lo porta via.
Antonio continua a giocare la partita quasi come un automa. Anche gli altri giocano, tutta la partita, fino alla fine, mentre Lionello arriva in ospedale privo di sensi. Si mobilitano rianimatori, infermieri, medici, specialisti. Forse si fa in tempo a salvare la vita a Lionello . Ognuno il Capodanno lo passa come vuole.
E dopo la partita, Antonio decide di aspettare, anche se non sa bene cosa. Vorrebbe fare qualcosa, niente : aspetta. Vorrebbe spaccare tutto e quel rumore di Capodanno si avvicina.
Poi diventa solo un fastidio che non lo riguarda più.
Perchè adesso Antonio sta per crollare e non contano le maglie, i Mondiali, i risultati, le classifiche.
Fino all’alba di Capodanno, quando Antonio sfodera quasi lo stesso sorriso dei tempi in cui faceva strage di cuori.
Perchè Lionello riapre gli occhi e lo trova lì : Antonio aveva dormito su una sedia .
E buon anno .