Pastore: "Su di me c'erano Chelsea e Milan, ma scelsi il Palermo. E non mi sbagliai"
“Sono stato qui per l’inaugurazione, una bellissima giornata che mi ha permesso di rivedere tanti vecchi compagni di squadra. Sto vedendo crescere un Palermo diverso rispetto a quello che ho vissuto io. Oggi mi fa tanto piacere vedere un Palermo così, con un centro sportivo dotato di tutto, quando mi allenavo qui era tutto diverso”. L’ex fantasista Javier Pastore parla così nel corso del nuovo format del Palermo ‘Torretta Café’ del rinnovato centro sportivo di Boccadifalco riavvolgendo poi il nastro della sua esperienza in rosanero: “Il giorno in cui sono arrivato, nonostante avessi fatto un viaggio di 14 ore da Buenos Aires a Milano scesi subito in campo in un’amichevole con una squadra austriaca, non avevo neanche le scarpe e Zamparini mi accompagnò a comprarle in un centro commerciale li vicino. - prosegue Pastore – Giocai una ventina di minuti con alcune buone giocate e Zamparini si mise a piangere in tribuna, era innamorato delle mie giocate”.
“Il presidente e Sabatini mi convinsero ad accettare il Palermo, furono molto presenti nei miei ultimi mesi in Argentina, ma non mi dicevano di che squadra fossero, solo a fine campionato il mio procuratore mi presentò le varie opzioni e mi disse che erano del Palermo. - prosegue Pastore come riporta Stadionews.it - C’erano Chelsea, Milan, Porto come altre opzioni rispetto al Palermo, ma parlando con la mia famiglia decidemmo che i rosanero erano l’opzione migliore per iniziare il mio cammino in Europa. Grazie a Dio non mi sono sbagliato, da lì è cominciata un’avventura magnifica".
Infine un ricordo di quella finale di Coppa Italia persa contro l’Inter; “Non ho mai rivisto quella partita, ma il ricordo resta. Quei tre giorni a Roma tutte le piazze erano rosanero, non so quante persone rimasero fuori dallo stadio, forse 10-20 mila tifosi. Il risultato conta sempre, ma il percorso che abbiamo fatto in Coppa Italia è stato bellissimo. Le emozioni delle persone non le leva nessuno, quell’anno è stato magico. Potevamo vincere o meno, ma il percorso fu pazzesco”.