Palermo, Dionisi: "Dimissioni? Sarebbe come scappare da responsabilità. Continuiamo il ritiro"
Al termine della gara contro il Catanzaro, che ha visto il Palermo uscire sconfitto dal Barbera, il tecnico dei rosanero Alessio Dionisi ha parlato in conferenza stampa. Queste le sue dichiarazioni, raccolte da ilovepalermocalcio.com:
"Se la squadra mi segue ancora? Questo dovreste chiederlo alla società e ai giocatori. Oggi l’atmosfera era particolare, ma ce lo aspettavamo. Sappiamo di essere al di sotto delle aspettative, e il responsabile sono io. Ci metto la faccia, perché è giusto così. Sono consapevole che dobbiamo fare di più. Per quanto riguarda la prestazione, una squadra ha fatto più dell’altra, ma alla fine ha perso. Il Catanzaro ha mostrato buone qualità di gioco, anche se nel secondo tempo siamo stati costantemente nella loro metà campo."
Sulle possibili dimissioni:
"No, mai! Sarebbe come scappare dalle responsabilità, e non fa parte del mio modo di essere. Io ci metto la faccia, sono responsabile e lavoro ogni giorno per dare il massimo. Purtroppo, per ora non è sufficiente. Capisco la rabbia dei tifosi: è normale che se la prendano con me, ed è un peso che mi assumo. Non volto le spalle alle difficoltà, le affronto a testa alta."
Sul mancato impiego di Baniya dal primo minuto:
"Non ha giocato per scelta tecnica. Nedelcearu meritava di giocare da un po’ e dovevo fare una scelta, ma non per demerito di Ryyan. Ruotando rispetto alle ultime partite, ho dovuto sacrificare un centrale e ho scelto così. Baniya è un giocatore affidabile e sono contento per Nedelcearu, che ha disputato una buona partita."
Sul mercato:
"Non voglio sapere nulla, sono consapevole del momento e del mio ruolo. Ora penso alla squadra giorno per giorno, poi sarà chi di dovere a occuparsi del mercato e a fare eventuali modifiche. Dobbiamo migliorare la nostra posizione in classifica: siamo indietro rispetto al nostro obiettivo e me ne assumo la responsabilità. Più di questo non posso dire."
Confronto con la società dopo la partita?
"Dobbiamo continuare il ritiro. Ci siamo già e adesso c’è il pullman che ci aspetta per tornarci. Il ritiro serve a parlare del problema e ad affrontarlo, perché il momento dice chiaramente che le cose non stanno andando bene. Se può servire? Non lo so, ma è un segnale per tutti. Non è fatto per trovare colpevoli, ma per cercare soluzioni".