Ventola: "Moggi, Capello e Totti mi volevano a Juve, Milan e Roma, ma scelsi l'Inter"

L'ex attaccante Nicola Ventola ha rilasciato una intervista a Radio Tv Serie A nel corso della quale ha rivelato alcuni retroscena legati alla sua carriera da calciatore. Eccone alcuni.
Un tuo rimpianto?
"Non l'ho mai detto, ma come rimpianto ho il Bologna, non ho ricordi perché mio papà era malato di tumore. Non ero in me, non ero io e non ho dato quello che volevo dare. Mi facevo male perché mentalmente non c'ero. Ricordo solo di me all'ospedale con mio fratello e mia mamma per stare vicini a lui, infatti lo persi il 3 aprile di quella stagione. E' una grande delusione perché è una bella squadra, una piazza stupenda ed un allenatore che mi avrebbe fatto giocare".
Il tuo primo gol in Serie A?
"A Firenze, a Toldo che poi ho ritrovato all'Inter. Il primo da professionista è stato incredibilmente il 22 settembre del '96, in un Torino-Bari.
Ti aspettavi la chiamata dell'Inter, sapevi di aver raggiunto quel livello?
"Sì e no, capivo che c'era qualcosa di magico intorno a me. In un calcio che aveva tanto talento, avevo una forza fisica che vedevo in pochi e non avevo tanti infortuni. Se parli con ex colleghi che mi hanno visto fra i 18 ed i 22-23 anni ti parleranno di un giocatore quasi immarcabile, per la progressione e velocità che avevo, ero difficile da marcare. E avevo una scelta incredibile. Quando venivano la Juve o il Milan a Bari mi chiudevano in senso buono in una stanza. I vari Moggi alla Juve e Capello al Milan mi stimavano e mi dicevano che volevano allenarmi o ingaggiarmi. C'era anche la Roma: Totti mi chiamava tutti i giorni, ero il calciatore perfetto per lui: lui aveva le giocate, io la velocità. L'Inter? Avevano preso Baggio, sapevo che avrebbero preso Pirlo, vedevo l'Inter come la squadra del futuro, dove potevo vincere tanto, anche se poi magari non è stato così. Chiamò anche Vialli per portarmi al Chelsea, pensai ad uno scherzo".
