Tre moduli diversi in sei mesi, il Napoli di Conte cambia ancora. Stavolta per necessità
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Il Napoli domani all'Olimpico contro la Lazio varerà il terzo modulo della stagione. Nella conferenza stampa della vigilia Antonio Conte ha dichiarato che non ha intenzione di schierare calciatori fuori ruolo, che è pronto ad assecondare le loro attitudini e quindi, di conseguenza, a cambiare l'assetto tattico della squadra. Non è la prima volta, probabilmente non sarà l'ultima perché David Neres dovrebbe tornare abile e arruolabile dopo la sosta di marzo e questo potrebbe portare a un ulteriore rimescolamento delle carte.
Ma ora ci sarà tempo e modo per valutare il 3-5-2, ovvero il modulo con cui l'attuale capolista della Serie A scenderà in campo domani. Ci sarà Giacomo Raspadori alle spalle di Lukaku, ci saranno due esterni a tutta fascia (Di Lorenzo e Politano i principali indiziati), ci sarà la difesa a tre con Juan Jesus che verrà confermato nonostante il ritorno a pieno regime di Alessandro Buongiorno.
Il 3-5-2 è una necessità, figlio dell'infortunio di Neres e dell'addio di Kvaratskhelia. Il Napoli infatti da metà settembre aveva intrapreso la strada del 4-3-3 con una formazione ideale che, infortuni e squalifiche a parte, era praticamente nota già dal lunedì: Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Buongiorno, Olivera; Anguissa, Lobotka, McTominay; Politano, Lukaku, Kvaratskhelia. Un modulo che ha retto dopo l'addio del georgiano, non dopo il problema fisico capitato all'ex Benfica.
Ma il 4-3-3 non è il modulo con cui il Napoli ha iniziato la stagione, è entrato in scena solo alla quinta giornata, dalla trasferta di Torino contro la Juventus. Le prime quattro gare sono state giocate col 3-4-3. Conte ad agosto scelse questo schema perché il Napoli era ancora da completare, mancavano Lukaku e McTominay, ma anche Gilmour e David Neres.
Il Napoli a inizio stagione era incompleto, come lo è adesso. Son tornati i tempi di magra e quindi riecco la difesa a tre. Più copertura e spazio a Raspadori nel ruolo a lui più congeniale, la seconda punta della Nazionale è l'ultima carta Scudetto da giocare in una squadra ridotta all'osso.
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