Tovalieri: "Spero che Ranieri restituisca centralità a Pellegrini. L'esultanza col trenino a Bari..."
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Intervistato dall'edizione odierna della Gazzetta dello Sport, Sandro Tovalieri si è raccontato: "Ero un 9 puro, lucido, istintivo, letale. Quando inquadravo la porta non sbagliavo un tiro. Mazzone mi urlava: 'Nun te move!…Cobra, stai sempre in area… Nun te move'. Liedholm? Il Barone mi stimava. All’epoca giocavo nella Primavera, segnavo un sacco di gol. Nell’anno dello scudetto, 1982-83, un giorno, Roma-Genoa, mi portò in panchina: ero poco più che un ragazzino, ma ero spavaldo come lo si è a quell’età.
La Roma vinse 2-0, alla fine gli dissi ridendo: 'Mister, cinque minuti alla fine me li poteva far fare'. E lui rispose: 'Sii contento così, perché avrai un gran futuro'. L'esultanza col trenino a Bari? L ’idea fu di Guerrero, il colombiano. Che ridere: ci impiegammo tre mesi per impararlo, perché non eravamo sincronizzati. Però poi celo copiarono tutti. Lo facevano anche i tifosi del Bari in curva e nei campionati dilettanti: dopo il gol tutti accucciati a fare il trenino.
Negli Allievi avevo un sacco di bravi ragazzi che hanno fatto carriera. Pellegrini, Capradossi, Calabresi, Verre, Marchizza e Mantovani. Pellegrini era il mio capitano, la qualità era evidente. Ma è un ragazzo molto chiuso, essere profeti in patria non è facile. La pressione di Roma può essere insostenibile. Spero che Ranieri gli restituisca centralità".
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