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TMW - Inter, Samaden: "Tanti ragazzi pronti. Gnonto? Convocazione inattesa, se la goda"

TMW - Inter, Samaden: "Tanti ragazzi pronti. Gnonto? Convocazione inattesa, se la goda"
mercoledì 1 giugno 2022, 10:00Serie A
di Ivan Cardia
fonte Inviato al Mapei Stadium

Raggiunto da TMW a margine della vittoria in finale di Primavera 1 che ha visto l'Inter battere la Roma al Mapei Stadium, il direttore del settore giovanile nerazzurro, Roberto Samaden, ha commentato questo successo: "Non arrivavamo favoriti anche perché la Roma ha fatto una stagione straordinaria e ha una rosa importante. Però quando fai risultato per 17-18 partite consecutive e arrivi secondo in campionato vuol dire che la squadra è in crescita. Questo è merito del lavoro di Chivu, che ha anche plasmato ragazzi molto giovani, tant'è che nel corso della stagione abbiamo affrontato tante squadre con giocatori più grandi dei nostri. Questo all'inizio della stagione ha comportato fatica, ma alla fine i risultati sono arrivati e anche se così non fosse stato sarebbe stato comunque un ottimo lavoro. L'importante è crescere i giocatori, poi se arriva un titolo vuol dire che ci sei sempre: delle ultime cinque finali Primavera ne abbiamo giocate quattro. Poi può vincere o meno, ma c'è grande continuità e questo è merito di chi lavora nel settore giovanile".

Anche mister Chivu è cresciuto nel corso della stagione.
"È una caratteristica del suo intero percorso: lui ha iniziato con noi e ha fatto tutta la trafila, ha avuto la pazienza di farla. Anche quest'anno si è sicuramente evoluto durante il percorso: io sempre detto che ha tutte le possibilità di essere anche un grandissimo allenatore, dopo essere stato un grande giocatore, ma soprattutto è una grandissima persona. Ha dato sempre l'esempio a tutti i ragazzi che ha allenato e anche quest'anno bisogna ringraziarlo anche per i risultati".

Quali giovani di questa squadra possono essere pronti per la prima squadra?
"Tutti gli anni ce ne sono. Poi, questa è una cosa da chiedere a Marotta, Ausilio e Baccin: sono loro che hanno l'esperienza e devono valutare chi è pronto. Il nostro obiettivo è avere sempre prospetti non dico da prima squadra, perché lì il livello è altissimo, ma da offrire alla dirigenza, visto che poi vengono gestiti nel migliore dei modi. Io penso che tra i ragazzi, anche più giovani, ve ne siano di pronti: in tanti si sono allenati con la prima squadra e hanno contribuito alla stagione. Poi credo che queste valutazioni vengano fatte dall'alto".

Ieri sera Iliev ha spaccato la partita. Cosa gli manca per essere dinamite e non scintilla?
"Ogni giocatore ha i suoi tempi e deve fare il suo percorso. C'è chi anticipa molto, chi matura più tardi: non dimentichiamo che parliamo di ragazzi di 17-18 anni e sono persone prima che essere calciatori. Iliev ha fatto un gol strepitoso, ma ne aveva già fatti altri. Non dimentichiamo che tanti sono arrivati dall'estero e sono arrivati durante il Covid. Ancora di più, in questo momento, bisogna avere pazienza rispetto al passato. Poi è il campo che parla e il compito nostro è metterli nelle condizioni per crescere. Il tempo dirà chi è pronto. Mi piace sottolineare che ieri ci mancavano Zanotti, Cortinovis, altri giocatori importanti. Abbiamo vinto con ragazzi del 2005, giovani che hanno vestito la maglia dell'Inter da quando hanno sette-otto anni".

Si aspettava che un ragazzo cresciuto nell'Inter e oggi affermato altrove come Gnonto, classe 2003, potesse già conquistare la Nazionale maggiore?
"Beh, questa chiamata era totalmente inaspettata da tutti, ma Mancini ha questo talento e lo ha già dimostrato. Vogliamo bene a Gnonto, poi a 16 anni ha fatto una scelta, di rifiutare il contratto da noi proposto, che di questi tempi va accettata. Sono scelte che facciamo noi in altre situazioni, Willy è un ragazzo che merita per quello che sta facendo, poi la chiamata in Nazionale è qualcosa di magico per lui: gli auguro di poter sfruttare la grandissima possibilità che un maestro come Mancini gli sta dando".

L'anno prossimo la Primavera metterà la stella?
"Non lo so, non ci abbiamo pensato. Aver vinto questi scudetti è la dimostrazione che il lavoro c'è. Stella o non stella, l'importante è portare addosso lo stemma dell'Inter, che ci guida tutti i giorni come fa Giacinto Facchetti con la sua immagine quando entriamo al centro sportivo".

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